mercoledì 31 dicembre 2008

SU FACEBOOK PER DIFENDERE LA LEGALITA'

Mafia , su Facebook i fan dei padrini
In centinaia celebrano i Riina ed i Provenzano. Maria Falcone: sono indignata.


L’ultima cupola di Cosa nostra è stata smantellata appena qualche giorno fa, ma già su face book sono partite le iscrizioni per la nuova Onorata società. Sul social network più frequentato di internet alla voce “Omertà” si viene informati che aderendo si riceverà il grado di giovane d’onore, e che il capo dei capi si chiama Matteo Messina Denaro, come l’imprendibile latitante. Su facebook già impazzano i fan dei padrini corleonesi oggi rinchiusi al 41 bis. Risultano più di un migliaio gli iscritti alle pagine ribattezzate con i loro nomi.
Continua

Io da questa notizia voglio prendere spunto per invitare tutti su facebook….ricordate che sono le persone che fanno la qualità di un servizio e vi posso assicurare che qui ce ne sono di eccezionali come Sonia Alfano, Benny Calasanzio, Gianni Barbacetto, ecc oltre ragazzi qualunque che portano avanti con passione e fatica i loro ideali di giustizia e legalità tramite le associazione che hanno creato.
Parlo della Casa della Legalità, del Miz di Cesena,del Passatore, dell’Occhio Verde e del Collettivo Byzantium oltre a tutti gli altri meetup e Grilli italiani.
Anche perchè su facebbok sono già nati gruppi in risposta a questo articolo: FUORI LA MAFIA DA FACEBOOK già esisteva ed ha già più di 6000 iscritti mentre ne è stato fatto uno nuovo FUORI DA FACEBOOK LA CULTURA MAFIOSA E L'INNEGGIARE AI BOSS per l'occasione.
(Riporto anche i link ma per raggiungerli bisognerà iscriversi a facebook)

Ho già invitato alcuni amici ad iscriversi e mi è stato risposto PICCHE!!!!
Ricordate che le battaglie si svolgono dove i 2 eserciti si incontrano ed al momento facebook è anche un mezzo di confronto fra persone con mentalità completamente diverse ( quella mafiosa e quella della legalità) ma altrettanto determinate a raggiungere i loro scopi.
La Tv non ci è di aiuto per raggiungere la fascia meno sensibile, la più distratta della popolazione invece facebook può essere un mezzo alternativo infatti gli iscritti sono già tantissimi di ogni età ed estrazione sociale:
tramite la condivisione e l’invito ad un gruppo , una causa può arrivare anche all’amico meno informato e magari interessarsi al problema . Ma non esagerate perchè lo spamming non piace a nessuno, direi che l'ideale è un messaggio al giorno .
Facebook inoltre offre la possibilità di mettere il evidenza la propria web Tv…..infatti nella barra segnalibro è possibile salvare un link a Mogulus ed aprirla quando si vuole: di materiale video informativo in giro ce n’è già tantissimo ma può solo aumentare.
Ecco il gruppo che ne parla LE WEB-TV CHE FANNO INFORMAZIONE
Ma la sua funzione originale rimane infatti è un mezzo per fare amicizia, condividere gli interessi e per conoscersi anche fra associazioni diverse così al primo incontro per motivi di lavoro o di piacere sarà molto più facile rompere il ghiaccio.
Quindi ripeto INVITO TUTTI AD ISCRIVERSI ma per evitare problemi seguite un po’ di accorgimenti.
1) non usate la mail principale: arrivano moltissime notifiche….alla fine sarà sempre intasata.
2) Una volta iscritti potrete vedere chi dei vostri contatti e-mail è già iscritto….così vi sceglierete i vostri amici. Ricordate se non volete nuovi amici basta dirlo subito appena iscritti ai vostri conoscenti…..se sono amici vi ascolteranno!
3) Dai vostri amici ricevete iscrizioni ai gruppi….nel dubbio che sia una causa importante andate a controllare al link fornito….. e se la causa è giusta DIFFONDETELA A TUTTI GLI AMICI!!!!
Però con moderazione infatti l'amicizia può rompersi in un attimo....
4) Notifiche strane ….meglio non aprirle. Ma facebook offre moltissimi altri vantaggi come la condivisione dei tuoi video preferiti, di articoli, oltre a foto (….L’Australia!!!) oltre ad avere la possibilità di fare una chiacchierata veloce via Chat…..meglio di così!!!

Fuori da facebook la cultura mafiosa e l'inneggiare ai boss articolo Casa della Legalità

martedì 30 dicembre 2008



Ragazzi solitamente in questo periodo dell'anno si tende a scrivere ad amici e parenti "buon anno". Io mi sento di scrivere qualcosa di diverso che forse non andrebbe scritto in questi giorni ma ogni giorno dell'anno.
I link che vi ho messo qui sono per me un colpo durissimo all'anima e non lo dico tanto per dire ma perchè io credo profondamente nella giustizia e nel considerare l'uomo ancora un essere umano con una sua dignità e non uno strumento da sfruttare per raggiungere posizioni di "prestigio" che non rendono l'uomo felice.
Queste mie parole possono sembrare banali, si lo sono per chi ogni giorno dell'anno non ha un comportamento coerente con il proprio pensiero. Le nostre azioni ed il nostro comportamento sono in grado di stravolgere l'esistenza di fatti di cose e di vite, nel bene e nel male.
L'augurio che voglio fare a tutti è quello di augurarvi un esistenza coerente con le vostre idee e con ciò in cui credete veramente.

Pubblicato da Omar il 30 Dicembre 2008

Come rovinare qualcosa di bello.....Sgarbi spacca la famiglia Borsellino

Non c'è niente di più facile ed ormai è una tecnica ben collaudata , le cui origini risalgono alle origini della specie umana, quando Homo non ancora molto sapiens seguiva sempre e solo i suoi istinti : BASTA FARE LITIGARE LE PERSONE!!!!
E' già successo in questi ultimi mesi.....basta leggere questi articoli :
Io intimidito dall'antimafia di Benny Calasanzio
Libera divorata dal Partito del cemento la Casa della legalità out perchè ' destabilizzante'

Ed è successo anche oggi Sgarbi spacca la famiglia Borsellino

Una volta se le davano di santa ragione con le clave, adesso invece c'è un bel botta e risposta di comunicati stampa.
Questo problema attorno a me lo sento addirittura al cubo: ho litigato con degli amici per una stupidata adolescenziale, le associazioni animaliste fanno fatica a collaborare anzi fraintendono ed attaccano i comunicati stampa una dell'altra, e naturalmente vedo rompersi una famiglia come quella dei Borsellino che ha già tanto sofferto .

Invito tutti a riflettere.....perchè l'unico modo per riuscire a essere veramente incisivi nel lavoro che si sta portando avanti è quella di rimanere uniti.
La comprensione è molto importante , come è importante seguire i buoni consigli.
Riporto qui un pezzo dell'intervento di Pier Luigi Vigna , procuratore nazionale antimafia fino 2005, a Politicamente Scorretto ( qui potrete trovare l'intera conferenza) .

"Il terrorismo è stato vinto mentre è così difficile sconfiggere le organizzazioni mafiose.
La mia opinione è che sentivamo il terrorismo , soprattutto dopo l'uccisione di Guido Rossa, operaio, il TERRORISMO FU SENTITO COME UN CORPO ESTRANEO, diverso da quella che è la società civile.
Questo per la mafia non avviene perchè è riuscita a penetrare vari gangli della nostra società come la pubblica amministrazione e l' economia perchè è in grado di relazionarsi molto.
Potremmo ritornare alla vittoria se saremo tutti uniti nel sentire le organizzazioni mafiose come un corpo estraneo con le quali non si tratta, NON SI SCENDE A PATTI.
Questa penso sia la medicina giusta anche se è una medicina amara e difficile da digerire
"

Politicamente Scorretto, PierLuigi Vigna,
Raccolta articoli di oggi sulla cittadinanza onoraria di Agnese Borsellino a Salemi voluta dal Sindaco Vittorio Sgarbi
La vedova Borsellino elogia Sgarbi
Comunicato Ass. Nazionale Vittime di mafia
Agnese Borsellino vittima di un agguato
Un Blog riassume l'intera situazione
Trapani: Sgarbi " Mi voglio dimettere da sindaco, umiliata una città"

domenica 28 dicembre 2008

Al di là della "trattativa"

Visti dall'estero: Un patto tra Berlusconi e la mafia?
Pubblicato il 4 Dicembre 2002 da radiofranceinternazionale

Il “numero due” della mafia siciliana, Antonino Giuffré, oggi pentito, ha rivelato che un patto è stato siglato tra Cosa Nostra e Forza Italia, nel 1993, quando Berlusconi ha deciso di creare tale partito sulle ceneri della Democrazia Cristiana e del Partito Socialista, che fino ad allora erano stati i “referenti politici” dell’organizzazione mafiosa.

Gennaio 1993. Neanche qualche mese dopo gli eclatanti omicidi dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, “colpevoli” agli occhi di Cosa Nostra d’aver fatto condannare all’ergastolo quasi tutti i boss della mafia siciliana, il “numero uno” di Cosa Nostra viene a sua volta arrestato. Totò Riina ed il suo sostituto Bernardo Provenzano (latitante da quasi trent’anni) si rendono conto che la loro organizzazione è più che mai in pericolo di estinzione. Dal momento che i loro due “referenti politici” - la Democrazia Cristiana di Andreotti ed il Partito Socialista di Craxi - sono molto indeboliti dall’operazione “mani pulite” dei giudici milanesi e, più grave, sono incapaci di “rispettare i patti” siglati con Cosa Nostra.A causa di ciò, due capi democristiani vicini ad Andreotti ed alla mafia, vengno assassinati.

Ma non basta: sono necessari altri “referenti” ed altri “garanti”, a Roma come a Milano o Torino; ma è anche necessario aprire un’altra “stagione”, cambiando metodo: abbandonare la “strategia degli attentati” a 360 gradi contro lo Stato ed i suoi rappresentanti a vantaggio di un ritorno alla “strategia del silenzio” e dell’omertà. Per continuare a controllare i traffici ed i mercati più redditizi dell’isola del mediterraneo.

Nel frattempo, alcuni democristiani e socialisti, letteralmente decimati dai giudici milanesi che indagano sui casi di corruzione, pensano dal canto loro di creare un nuovo partito centrista, incentrato sul ricchissimo imprenditore Silvio Berlusconi, che non può ormai più contare né su Bettino Craxi (in esilio ad Hammamet) né su Giulio Andreotti (inquisito a Palermo dai magistrati che indagano su Cosa Nostra).

Una coincidenza molto preoccupante

Tale coincidenza, piuttosto inquietante, non era sfuggita agli specialisti della mafia, ma costoro non disponevano dell’anello mancante. Apparentemente è cosa fatta dall’8 novembre scorso, quando Antonino Giuffré, il “numero due” di Cosa Nostra arrestato lo scorso aprile grazie ad una denuncia anonima, vuota il sacco e racconta, con dovizia di dettagli, come Bernardo Provenzano abbia stabilito un nuovo “patto”, questa volta con Forza Italia.
( continua)

Vento forte tra Salerno e Catanzaro (parte 1e 2)

Ecco il primo di una serie di articoli in cui Carlo Vulpio ricostruirà alcuni aspetti sconosciuti della vicenda Catanzaro Salerno e in cui, sopratutto, pone alcuni seri interrogativi sulla imparzialità di Giuseppe Cascini, segretario generale dell'Anm.

di Carlo Vulpio

C’è una casa di cura in Calabria. E ci sono tre banche: una in Basilicata, una in Campania ed un’altra in Emilia Romagna. Poi c’è una casa editrice, di proprietà di altre case di cura, questa volta in Campania. E poi ci sono due magistrati, GABRIELLA NUZZI e DIONIGIO VERASANI, pm di Salerno, che si vorrebbe trasferire a tutti i costi. Dopo Forleo e de Magistris - una donna e un uomo -, ecco Nuzzi e Verasani, una donna e un uomo. Dev’essere la par condicio che vogliono Csm, Anm, (quasi) tutto il Parlamento. Come mai? Megalomani, visionari, protagonisti, emotivi, pasticcioni, incompetenti anche i pm Nuzzi e Verasani (e gli altri cinque pm salernitani che indagano sulle toghe calabro-lucane)? O forse pericolosi, visto che hanno in mano quella “bomba atomica” di inchieste che stanno facendo tremare molti intoccabili di questo Paese e che sono state la ragione della illegittima aggressione a colpi di contro-indagini e contro-sequestri che i magistrati di Salerno hanno subìto da parte dei magistrati di Catanzaro? Cerchiamo di capire un po’ meglio.
( Continua)

Vento forte fra Salerno e Catanzaro (parte 2)

Vento forte fra Salerno e Catanzaro (parte 3)

Vento forte fra Salerno e Catanzaro (Ultima parte )

giovedì 25 dicembre 2008

....lasciamo la parola a Roberto Scarpinato



In questo video Roberto Scarpinato conferma quanto detto ieri....ma ormai questa tendenza è talmente chiara che si nota anche nella vita di tutti i giorni.
A questo Link trovate l'intera conferenza, divisa in più parti, di presentazione del libro "Il ritorno del Principe"( c'è anche Marco Travaglio) dove l'autore studia la criminalità mafiosa e la logica del potere in Italia.

MAFIOSITA' POLITICA

Oggi non parlerò di mafia ma di Mafiosità, il comportamento mafioso fatto di scambio di favori, ricatti e diffamazione: la lotta alla Mafia continua ma la Mafiosità purtroppo al momento STA VINCENDO ALLA GRANDE.
Si impone nell’agire quotidiano di persone e istituzioni, può fare della mafia ciò che vuole: ingoiandola e metabolizzandola può dichiararne l’inesistenza, tenerla sotto controllo, oppure riesumarla come pericolo pubblico numero uno.
La Mafiosità ha vinto perché è il nuovo tratto distintivo del carattere nazionale, non più solo siciliano o meridionale, ma dell’Italia intera. Cambiano le forme e le modalità.
La Mafiosità però è devastante, non solo perché non può fare a meno di commettere o far commettere reati, ma anche perché per affermarsi e vincere, e diventare mentalità comune e condivisa, deve distruggere qualunque cosa assomigli all’etica pubblica ( dall'introduzione di Disonorevoli Nostrani di Benny Calasanzio).

MAFIOSITA' POLITICA
La cronaca di questi giorni ha fatto nuovamente emergere come nel nostro Paese quando un uomo politico è indagato, ormai la regola è accusare il magistrato che indaga di essere lui a fare politica. Attacchi e contrasti si ripetono a raffica, diffusi attraverso i più incisivi mezzi di informazione. Finché non incidono negativamente sull'immagine, sulla credibilità, sull'efficienza di chi compie semplicemente un pubblico servizio. Con lo scopo di frenarlo, se non bloccarlo, o quantomeno di svalutare i risultati del proprio lavoro.

Così, anche da parte di chi, citando Berlinguer, continua a prendere in giro le platee delle feste dell'Unità, invece di un recupero della questione morale, frequente è l'invito rivolto alla magistratura a fare un passo indietro.

Questo è solo un esempio di una lunga serie, da cui si può evincere come in gran parte della classe politica, come del resto in gran parte della nostra società, si rafforza la tendenza ad essere severi, spietati con gli altri, per invocare sempre più clemenza per noi. Trionfano l'egoismo, l'individualismo esasperato, l'interesse particolare e privato che prevale su quello generale e pubblico: ecco l'Italia delle illegalità e delle mafie.
( Leggi il resto)

Altri articoli interessanti.
Etica, evitiamo una Caporetto . i fatti di Napoli, la corruzione, e l'indebolimento degli argini di controllo....
Ricatti privati e Dossier pubblici : L'Italia è una repubblica fondata sul ricatto?Negli anni bui della Prima repubblica si riteneva che il potere nascesse dai dossier, una convinzione data dagli scandali che si ripetevano con cadenza decennale, dai fascicoli degli spioni della Sifar agli elenchi di Gelli. ma i collezionisti di informazioni private, con cui condizionare carriere ed affari, non hanno perso il vizio della schedatura.....

mercoledì 24 dicembre 2008

QUEL PROCESSO NON S'HA DA FARE

ORA D’ARIA di Marco Travaglio, Unità del 22/12/08
Per calcolare lo stato della libertà d’informazione in Italia, c’è una ottima unità di misura: lo spazio dedicato dalla stampa e tg nazionali al processo in corso a Palermo a carico dell’ex capo del Ros e poi Sismi, generale Mario Mori. Una cosina da niente. Nemmeno una riga, una parola sulle udienze che si susseguono de metà luglio .
In aula non si vede quasi mai un cronista e non è mai entrata neppure un telecamera. Una delle rare eccezioni è Lirio Abbate, il valoroso giornalista dell’Ansa che vive sotto scorta per le minacce mafiose dopo aver scritto “ I complici” con Peter Gomez. Mercoledì ha firmato tre lanci di agenzia sulla lunga deposizione del primo testimone d’accusa: il generale Michele Riccio, anche lui ex del Ros, che accusa Mori di avergli impedito di catturare Provenzano nel 1995 in un casolare di Mezzojuso indicato dal confidente Luigi Ilardo, poi assassinato da Cosa Nostra subito dopo aver accettato di collaborare con la giustizia.
Quella sera e nei giorni seguenti nessun giornale ne tg nazionale ha ripreso la notizia. Il Tg1 era molto impegnato a intervistare il produttore De Laurenti sul nuovo film-panettone di Christian De Sica. Riccio ha raccontato di quando Ilardo incontrò Mori e gli avrebbe detto :”Le stragi non le abbiamo fatte solo noi della mafia , ma anche voi dello Stato”. Mori , anziché domandare spiegazioni e fare obiezioni, girò i tacchi e – sempre secondo Riccio – se ne andò senza dire una parola.
(leggi il resto)

martedì 23 dicembre 2008

12 gennaio 1988 - A Palermo viene ucciso l'ex sindaco democristiano Giuseppe Insalaco

Ieri abbiamo parlato di Ciacimino...della sua vita fra i lussi e gli sfarzi e delle sue frequentazioni mafiose che ci fanno capire con che soldi faceva la bella vita.
Oggi parliamo di chi già allora provava a denunciare ed è morto per questo: Giuseppe Insalaco.
Il suo nome non ricorderà niente a nessuno ma la sua storia spero sia di esempio per chi ha ancora paura di fare la cosa giusta.
La frase di Sciascia mi ha colpito in particolare "Si era pirandellianamente calato nel piacere dell’onestà”: il problema è che un tale comportamento dovrebbe essere la normalità.....qui sembra quasi una colpa.
I personaggi di Pirandello sono poveri e brutti ma anche reali e vivi.

12 gennaio 1988 - A Palermo viene ucciso l'ex sindaco democristiano Giuseppe Insalaco, avversario politico di Ciancimino e Lima.
Il 12 gennaio 1988 viene assassinato dalla mafia l’ex sindaco di Palermo Giuseppe Insalaco, ucciso da due sicari su una moto nel centro di Palermo. Insalaco, che si era dimesso dopo aver denunciato le pressioni di un “comitato di affari“ interessato ai grandi appalti del Comune, è stato uno di quei democristiani che, cercando di sottrarsi al condizionamento mafioso, ha pagato prima con la solitudine politica e poi con la morte, il suo coraggio. “Si era pirandellianamente calato nel piacere dell’onestà”, dirà Sciascia.
Insalaco, in un intervista rilasciata poco prima di essere ucciso, affermava: "La DC siciliana è un partito a pezzi; l'hanno ridotto a una società per azioni dove ogni capo corrente non molla il suo pacchetto di tessere e cerca in qualunque modo di conquistarne altre. La battaglia per ilrinnovamento? Parole e proclami. Il congresso regionale di Agrigento (che era quello in cui la DC aveva assunto un impegno contro la mafia) è un lontano ricordo, sono tornati ivecchi notabili...".

QUEL DOSSIER INSALACO UNA BOMBA SU PALERMO
Repubblica — 16 gennaio 1988 pagina 2 sezione: I DELITTI DI PALERMO
PALERMO I misteri di mafia avvolgono e terrorizzano Palermo. Gli appunti di Giuseppe Insalaco sui Cavalieri del Santo Sepolcro, la scomparsa di un boss legata alla morte del poliziotto della Mobile, una macabra lista di possibili bersagli che gira impietosa in una città ancora in guerra. Sullo sfondo ci sono i piccoli e i grandi intrighi di ogni giorno, le complicità, le connivenze, i silenzi. Palermo si è svegliata anche oggi sotto un cielo cupo e un' aria appiccicosa con gli uomini dell' Antimafia concentrati ancora sul testamento dell' ex sindaco Giuseppe Insalaco. Nei suoi dossier gli investigatori hanno trovato una miniera di indicazioni: ci sono riflessioni su alcuni alti magistrati, la storia del gruppo Cassina che per quasi quarant' anni ha avuto il monopolio dei grandi appalti della città, una sua esplosiva deposizione davanti al giudice Falcone sui Cavalieri del Santo Sepolcro, un Ordine che ha come gran cerimoniere il conte Arturo Cassina e tra i suoi rappresentanti mezza Palermo: quella che conta. Giuseppe Insalaco ha conservato un promemoria di questo interrogatorio sui Cavalieri del Santo Sepolcro, sulle ramificazioni dell' Ordine, sui personaggi che ne fanno parte. Un lungo elenco: tanti uomini politici, ex questori di Palermo, magistrati, burocrati del Comune e della Regione siciliana, generali dell' esercito, ufficiali dei carabinieri, prelati, funzionari dei servizi segreti. L' ex sindaco Giuseppe Insalaco ha raccontato al giudice Falcone qualcosa sulle influenze dell' Ordine, sul potere che esercita.continua

Giuseppe Insalaco da Wikipedia
Ciancimino , Salvo Lima

lunedì 22 dicembre 2008

Pino Masciari - udienza del TAR inerente la revoca della scorta - Roma 18/12/2008

In aula finalmente dopo quattro anni di attesa. L’avvocato Pettini rappresenta efficacemente le ragioni della famiglia MASCIARI. La replica dello Stato inconsistente. Fin qui tutto bene, tra un mese la sentenza.Lasciate un commento sul SITO di Pino!

Pubblicato da Omar il 21/12/ 08

domenica 21 dicembre 2008

CIANCIMINO Jr SVELA AI PM I SEGRETI DELL’EX SINDACO DI PALERMO

"Quando mio padre Vito trattava con i boss mafiosi"
Di Attilio Bolzoni 21 Dicembre 2008
PALERMO – e’ un testimone che ha un nome molto pesante. Da paura. Si chiama Ciancimino. Non è un omonimo del potente Don Vito e nemmeno un lontano parente: è suo figlio. Parla dei segreti che il padre si è portato nella tomba. Parla di Totò Riina e Bernardo Provenzano, di patti con lo Stato e stragi. La sua verità è dentro sette interrogatori che sono stati secretati. E spediti ai magistrati di Caltanisetta che indagano sull’uccisione del procuratore Borsellino.
L’ultimo mistero siciliano si nasconde nei ricordi del più piccolo dei 5 figli di quello che fu il sindaco di Palermo, lo scapestrato e spericolato Massimo dalla dolce vita, lussi, feste e tanti “piccioli”. E’ questo quarantacinquenne che fino a qualche tempo fa da ragazzino viziato e prediletto da papà che sta rivelando le trame della “stagione dei massacri”, le bombe di Capaci e via D’Amelio del 1992, quelle altre che portarono morte nel 1193 a Firenze e a Roma e Milano.
Massino Ciancimino ha cominciato a riempire verbali nel giugno 2008 – ascoltato dai procuratori palermitani Antonio Ingroia e Nino Di Matteo - e da allora non si è più fermato. Tecnicamente è un teste. Nella lista accanto a lui ci sono però altri due uomini : Giovanni Brusca e Antonino Giuffrè. Due pentiti. Tutti e tre descrivono cosa accade…
( continua)

Commento all'articolo precedente

...eh sì

in quegli anni stecchirono pure un certo Pecorella....giornalista in quel di Sicilia...

mentre in Italia giravano gli Agnelli e gli Andreotti

e...si sapeva e si capiva....che il cemento cominciava a coprire ...tutto

a Roma pochi anni fà...per consolidare il presentimento angoscioso hanno organizzato una grande manifestazione dove finalmente hanno consacrato il movente....

la famiglia


ps ciao Eagle...manco a pensarci ai confronti...a me fà piacere discutere di ciò che succede...il commento provoca una reazione nelle persone ma anche il...sentimento
quà...fuori dallo...STAFF GENERATION...l'ultimo dei movimenti...che non si muovono

iciano

Pubblicato da iciano il 18 Dicembre 2008

UCCIDETE QUEL CANE SCIOLTO!

Ciao.....io purtroppo ho pochissimo tempo per aggiornare le discussioni che ho iniziato.
Quello che vedo capitarmi attorno mi preoccupa parecchio e queste discussioni sono la mia terapia, il mio modo per non arrendermi e spero che aiutino anche altri a non mollare.

........di una cosa ormai sono sicura: i veri giornalisti non hanno il Tesserino.Non ce l'ha infatti Pino Maniaci, Piero Ricca e molti altri giornalisti come quelli di Antimafia 2000 che sono pubblicisti ma impegnano parte del loro tempo libero per questo giornale.
Leggendo la biografia di Beppe Alfano poi ho scoperto che neppure lui lo era .....una ulteriore conferma.
Purtroppo l'informazione priva di interessi la dobbiamo fare noi.....nessuno ci regala niente, se vuoi qualcosa bisogna imparare ad arrangiarsi.....io ho sempre dovuto fare così.

UCCIDETE QUEL CANE SCIOLTO Beppe Alfano
Sono le 22 e 30 dell'8 gennaio 1993.
In via Marconi, a Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina, accostata al marciapiede c'è una Renault rossa. E' ferma da un po', come se fosse parcheggiata, ma ha il motore acceso, che romba, su di giri. Dallo scappamento, nel freddo di quella notte d'inverno esce una nuvola di gas di scarico che l'ha quasi avvolta, come se avesse preso fuoco. Arriva il 113 e gli agenti vedono che dentro l'auto c'è un uomo, che sembra essersi addormentato contro il sedile, e col piede sta premendo l'acceleratore.
Ma quell'uomo non dorme. Quell'uomo è morto, gli hanno sparato in testa tre colpi di pistola.
L'uomo è un giornalista che si chiama Beppe Alfano. Pochi minuti prima era arrivato a casa con la moglie, aveva parcheggiato e l'aveva accompagnata fino al portone, per salire con lei, ma all'improvviso si era fermato, come se avesse visto qualcosa. Senza dire niente, corre fino all'angolo della strada, per guardare verso una piazzetta che si trovava là dietro. Poi torna indietro, dice alla moglie “vai a casa e chiuditi dentro!”, corre in macchina e parte, svoltando l'angolo. Fa pochi metri, arriva in Via Marconi, e lì gli sparano in testa tre colpi di pistola calibro 22, uccidendolo sul colpo.
Perché?A dire la verità, Beppe Alfano non è un vero giornalista. O meglio, non lo è ufficialmente, non ha il tesserino dell'ordine, ha 47 anni, è un professore di educazione tecnica in una scuola media di un paese vicino. Ha cominciato con le radio private alla fine degli anni '70, a Messina, poi, negli anni '80, le televisioni locali. E i giornali, anche, da tre anni è il corrispondente locale per un quotidiano di Catania...leggi il resto
Per ulteriori informazioniWikipedia

Pubblicato da eaglette il 18 Dicembre 2008




Radiomafiopoli

Oggi vi invito a visitare il sito RADIO MAFIOPOLI

Giulio Cavalli è una realtà formidabile del teatro militante e impegnato nell'antimafia, nelle battaglie quotidiane contro ogni tipo di criminalità, da quella mafiosa a quella dei colletti bianchi. In questo sito ridicolizza la mafia, creando commedie da ascoltare come si faceva una volta , quando ancora non c'era la tv ed era attorno alla radio che le famiglie si riunivano per ascoltare le notizie , musica o commedie.Se la Tv non si può fare bisognerà muoversi in altro modo.....Per il suo spettacolo "Do ut Des " ha subito intimidazioni come potete leggere a questo link

Perchè la mafia non vuole che si parli di lei.....fa di tutto per far credere al mondo che non esiste!!!
....pensate la loro reazione se vengono addirittura derisi!!!

Vi consiglio di andare ad ascoltare le ultime 2 puntate che ho trovato veramente interessanti
Ecco i titoli
Radiomafiopoli 11a puntata: Antimafia certificata iso:9001
Radiomafiopoli 10a puntata- 41 letterine (bis) a Babbo Natale

P.S. non c'è il link diretto...per trovare queste puntate basta fare una ricerca nel sito con il titolo della puntata

GIUSEPPE FAVA storia di un onesto

( notizia gennaio 2008)In questi giorni, a Roma, grazie allo spettacolo teatrale "L'istruttoria", basato sugli atti processuali dell'omicidio di Giuseppe Fava, viene ricordata la figura dell' intellettuale siciliano ucciso dalla mafia.
di Andrea Camboni

Giuseppe Fava era giornalista e scrittore, uomo di teatro, ammazzato con cinque colpi sparati alla testa proprio davanti allo Stabile di Catania che tante volte aveva dato asilo alle opere del drammaturgo del siracusano. La sera del 5 gennaio 1984 la nipote di Fava recita nella sala grande dello Stabile, intitolata a Giovanni Verga, la commedia di Pirandello “Pensaci, Giacomino!”.
Beppe Fava, poco prima delle 22.00 lascia la redazione de “I Siciliani” e con la sua Renault 5 attraversa Catania per raggiungere la nipote a teatro. In via dello Stadio Cibali, oggi via Giuseppe Fava, posteggia la vettura ma nemmeno ha il tempo di scendere che i cinque colpi calibro 7,65 lo raggiungono uccidendolo.

La tragedia si consuma. Finito. Intermezzo di giocolieri che armeggiano col fuoco e può partire la triste commedia della diffamazione. Si disse che la pistola utilizzata per l’omicidio non fosse uno di quei modelli che la mafia adopera solitamente. Visto che la stessa obiezione sarà avanzata nel caso dell’ omicidio Alfano, forse andrebbero riviste le griglie interpretative di tali tipologie di reato.
L’imbarazzante mantra del “mafia non esiste” viene ancora una volta tirato a lucido dai Cavalieri dell’Apocalisse e da tutta quella schiera di maniscalchi dell’Amministrazione Pubblica che battono il ferro finché è caldo. Le piste del delitto passionale e del movente economico, vista la malversazione finanziaria de “I Siciliani”, mettono tutti d’accordo, a parte gli onesti, e per questo sono inizialmente fiutate alla maniera dei cani che fiutano una preda. I cani poliziotti delle“Forse dell’Ordine” e quelli da riporto della “stampa” che fiutano allergici al polline di chi è stato impallinato.

Semplicemente geniale (tanto che Alfano lo copiò 9 anni dopo) la morte che Fava s’era scritto da sé, per sé. Che dipartita s’era inventato! Un personaggio che si presenta come “un mascalzone, un ricattatore e uno che andava fuori dalle scuole a reclutare ragazzine”, un tipo mafioso, uno che si ammazza sparandosi cinque colpi da dietro. Questa è una storia drammaturgicamente valida. Peccato per il giornalista. Era davvero poca cosa. Nella storia della sua morte Giuseppe Fava avrebbe dovuto inserire la figura di un giornalista completamente diverso da lui, dal suo modo d’operare e di domandare. Che so, un giornalista che fonda un mensile anti-mafia e che pubblica foto di boss, così, per esempio Nitto Santapaola, in compagnia di politici, questori e imprenditori; per dirne quattro presi a caso dall’elenco: Carmelo Costanzo, Gaetano Graci, Mario Rendo e Francesco Finocchiaro. E magari denunciarne pure le attività illecite.
leggi il resto

Per maggiori informazioni ecco la pagina di wikipedia che parla di lui e ricca di notizie sul suo lavoro e vita
Pubblicato da eaglette il 15 Dicembre 2008

Intervista a Marisa Masciari

TG 2 Dossier ha realizzato una bella intervista alla moglie di Pino Masciari, sua compagna in ogni momento ed in ogni scelta .

......non perdetevela.

Pubblicato da eaglette il 15 Dicembre 2008

sabato 20 dicembre 2008

Il CUORE dei giovani



Dura solo 2.10 ma è estremamente intenso di contenuti e emozioni fotografiche che accompagnate dalle parole di Jovanotti danno al video un significato assolutamente e palesemente positivo e propositivo per combattere le mafie.

Non si può assolutamente perdere l'occasione di vedersi questo filmato che rimarrà su youtube fino al 20 dicembre.

Io l'ho visto già tre volte e sono 10 minuti che sono stato avvertito della presenza su youtube del video.

Diffondete il più possibile!

Pubblicato da Omar il 15 Dicembre 2008
Ragazzi questa è la lettera di una ragazza di 18 anni che dopo aver assistito all'incontro che Pino ha svolto nella sua scuola si è avvicinata alla storia della famiglia Masciari.

“vorrei sfidare chiunque a vivere una vita come la tua

Ciao Pino, io sono una ragazza di 18 anni, mi chiamo Federica, frequento l’istituto superiore Maxwell. Il giorno 25 nov. 08 sei venuto nella mia scuola per parlare della tua lotta contro la mafia; se ti ricordi bene io sono quella ragazza bionda con gli occhiali che all’uscita è restata ancora ad spettarti per scambiare l’ultimo saluto,,, magari non potrai ricordare tutti comunque io volevo condividere i miei pensieri che penso ti possano stupire detti da una ragazza di 18 anni.Oggi ho incontrato una persona straordinaria come te, Il resto della lettera.

Leggete anche i commenti e lasciate il vostro pensiero!

Pubblicato da Omar il 9 Dicembre 2008

Conferenza: Quale Italia? A Padova si parla di legalità


Ecco i link dove potete vedere la conferenza , messa su internet dai ragazzi del meetup di Villafranca
Vi posso assicurare che è stata molto interessante in particolare rispondono all'attacco mediatico ai magistrati .....molto chiaro in questo servizio di Matrix costruito a doc per creare emozione pubblica attorno alla morte dell'assessore e accusare il magistrato colpevole.
Guartevelo voi qui e giudicate
Nella terza parte le domande, tutte molto interessanti e fuori dal coro di stampa e TV http://blip.tv/file/1...
1)Chiarimento sul caso Forleo.....dal giudice Imposimato
2)perchè non si riaprono i casi una volta che ci sono nuovi sviluppi, qui si parla del libro 'Chi ha ucciso Aldo Moro, diario di un giudice'.
RISPOSTA DI IMPOSIMATO: questo me lo chiedo pure io. Io al termine del libro ho scritto una vera e propria imputazione però l'editore ha detto "No qui ci spingiamo troppo oltre". Così è stato cancellato l'ultimo capitolo dove facevo il capo di imputazione a chi aveva partecipato, secondo me.Questo non accade perchè i responsabili sono ancora molto potenti e molto legati alla stampa: infatti parlano tutti i giorni sulla stampa. Sono nomi di politici potentissimi.Qui mi riferisco ai proprietari della stampa non ai giornalisti. Es dello scandalo dell'Alta velocità ne hanno parlato tutti i giornali del mondo tranne quelli italiani perchè qui la stampa è in mano di imprenditori che , in più, prendono i contributi dello Stato.
Anche se i giornalisti vogliono i proprietari non li fanno parlare.
3)perchè chi dovrebbe risolvere la situazione perchè non lo fa.
RISPOSTA DI SCALFAROTTO:" L'unica cosa che possiamo fare è essere cittadini attivi e partecipare : ricordarci che la politica è al servizio del cittadino e non il contrario. Alla fine tutti questi misteri, sono successe cose sotto ai nostri occhi senza che noi ce ne accorgessimo , sono cose che ci devono far riflettere, ci devono far capire che è importante essere vigili, difendere le Istituzioni e la Costituzione."
Continua poi " La politica favorisce pochi e lasciare spazio alla politica sporca tirandocene fuori, significa lasciare spazio a chi la farà per noi. Ma quando il potere esecutivo attacca quello giusdizionale quello che perde è il sistema e le cose vanno male per tutti.Si perde la visione di chi ha torto e chi ragione perchè il sistema è malato e lo siamo tutti: l'unico modo per fare qualcosa per questo paese e riprendercelo "
Io ho sistemato un po' i dialoghi.....adesso andate a sentire con le vostre orecchie insieme agli altri interventi
Pubblicato da eaglette il 12-dic-2008

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Brava Eagle e anche se spesso citi troppo i ...citamenti mi fà piacere che parli di Peppino Impastato
lui aveva le palle vere e non 2 biowashball....e non faceva di mestiere il profeta...era un ragazzo LIBERO
di questo pianeta e di questa nazione di smemorati ...che ogni volta si ritrovano un nome nuovo...scordano quello vecchio
in tutte le epoche succede qualcosa...la gente cerca di migliorare...cambia...ricambia mentre qualcuno rimane lo stesso e muore....eh già solo il Potere si è dato l'onere di non cambiare mai e a ogni stagione a ogni generazione
si rinnova togliendo il peso della ragione alla gente dandole nuove regole leggere e inviti a non pensare....
L'ORDINE DELLE COSE E' COSA LORO istituzioni chiesa e danaro
è che ne potrà sapere la gente se poi è questo L'ORDINE DELLE COSE
così anche il 25 aprile qualcuno si è dimenticato della RESISTENZA pensando fosse roba che non serviva.....
ed è partito col partito della publicità comparativa...dove ognuno fà il paragone con ognialtro....
e il pensiero mio scatta sempre in questo punto...quando vedo PEPPINO IMPASTATO vedo la mia gioventu' e quella dei giovani che saranno sempre...e i giovani avranno sempre rabbia quando il mondo che si ha attorno fà così schifo...
gli ideali ci vogliono...la coscienza di spartire amicizia lealtà...un po' come coltivare un campo sapendo che crescerà qualcosa...che insieme agli altri sarà una risorsa per tutti
a Peppino Impastato l'hanno portato via da una RADIO LIBERA ...adesso le radio trasmettono come base la publicità di questo Potere che tiene tutti nelle mani con la sua mafiosa CULTURA e la parola LIBERTA' viene usata come slogan da trafficanti di Poteri e Politica che rende schiava la gente

Iciano

Pubblicato da Iciano il 16 Dicembre 2008

Libera memoria....per non dimenticare

Apro questa discussione per raccontare delle storie,
storie di uomini che non si sono mai arresi , che sono riusciti a portare avanti gli ideali in cui credevano nonostante le difficoltà, che camminavano a testa alta in un mondo in cui non si riconoscevano e fecero qualsiasi cosa per cambiarlo.
Purtroppo ho dovuto usare questo verbo FECERO.......perchè l'unico modo per farli smettere di combattere la loro battaglia è stato ucciderli.....

Riporto le parole dette da Lorenzo Baldo, vicedirettore di Antimafia2000

"la mafia è terrorizzata dalla coscienza civile CHE HA MEMORIA e vuole riscatto"

La memoria degli italiani però ultimamente è un po' corta infatti da una legislatura berlusconiana alle elezioni successive dimenticano tutte le cazzate che ha fatto: ma..... sarà l'effetto anestetizzante della TV che forse sopisce ricordi molto meno importanti di chi ha partecipato alle dizioni del Grande Fratello....sia mai dimenticarne uno.

In questa discussione quindi iniziamo a ricordare.....

PEPPINO IMPASTATO
e da chi partire se non da lui, che è riuscito a far partecipare molti giovani al problema: moltissimi gruppi di informazioni sulla mafia sono nati in Italia sotto il suo nome......questo 30 anni dopo la sua morte!!

1978
9 maggio. Alle ore 1,40 il macchinista del treno Trapani-Palermo, Gaetano Sdegno, transitando in località "Feudo", nel territorio di Cinisi, avverte uno scossone, ferma la locomotiva e constata che il binario era tranciato. Avverte il dirigente della stazione ferroviaria che, alle 3,45 chiama per telefono i carabinieri. Questi accorrono sul posto: dal loro sopralluogo risulta che il binario è stato divelto per un tratto di circa 40 centimetri e che nel raggio di circa 300 metri erano sparsi resti umani. La persona deceduta in seguito all'esplosione viene identificata in Giuseppe (familiarmente Peppino) Impastato.

Dopo il “testimone di mafia”, famoso, giudice Giovanni Falcone, eccone un altro, meno famoso, Giuseppe Impastato. Non era un giudice. Era......uno qualunque?

Queste righe non vogliono essere la presentazione o l’impossibile riassunto della sua vita, ma un invito ad andare a conoscere la sua storia, i suoi ideali, la sua lotta contro la mafia, contro alcuni aspetti della sua famiglia e della sua stessa personalità.

Quindi per saperne di più: www.centroimpastato.it

Peppino è cresciuto tra un padre mafioso, anche se prudentemente autopensionatosi, e una madre educata a tacere, ma che di tanto in tanto esplode. Il suo rifiuto della mafia e tutt’uno con la sua infanzia, con la sua voglia di vivere che si scontra con l’autoritarismo del padre.

Peppino ha rotto due tabù: quello mafioso e quello democristiano. A Cinisi mafia e Democrazia Cristiana sono la stessa cosa, e lo sono pure nella famiglia di Luigi Impastato. Il padre lo scaccia di casa; é un gesto plateale che si ripeterà varie volte, fino alla definitiva espulsione. Il padre, cacciandolo di casa, dice a tutto il paese, e “manda a dire” in particolare ai suoi amici capimafia e gregari, che lui non ha niente a che fare con quel figlio e con quelle scelte.

Questa storia familiare, micidiale per Peppino ed emblematica di una Sicilia che uccide prima che con la lupara e i kalashnikov con i suoi tiranni familiari, padri che vogliono i figli a loro immagine e somiglianza e che per essere domestici saturni non sempre hanno bisogno di essere affiliati alle “onorate società”, ha diviso in due la personalità di Peppino e ha spaccato la sua stessa famiglia.
leggi il resto

Per maggiori informazioni su di lui, sul suo impegno politico e sulle sue battaglie http://www.peppinoimpastato.com/
Pubblicato da eaglette il 14 Dicembre 2008
11 dicembre 2008
Gioacchino Genchi risponde all'On Minniti
di Salvatore Borsellino
Riteniamo che sia in atto un´indegna campagna di delegittimazione del dott. Genchi che non ha nulla a che fare con i fatti ed il mondo reale: si tratta di un´azione che punta a screditare il vice-questore Genchi e che verosimilmente mira ad aprire la strada al cosidetto ddl Alfano sulle intercettazioni telefoniche ...

... uno dei pochi strumenti efficaci rimasti in mano alla magistratura ed alle forze di polizia per fare indagini in modo efficace sulla criminalitá organizzata e su delitti dei colletti bianchi. Evidentemente questo strumento investigativo agita le notti di tanti individui che vorrebbero avere le mani libere da qualsiasi tipo di controllo: chi non ha nulla da temere non ha nessun interesse a modificare la normativa in vigore.
Il dott. Genchi ha un´intera vita professionale alle spalle che dimostra come egli abbia sempre lavorato con un solo fine, quello di applicare la Legge in modo uguale per tutti e di rendere viva la Costituzione. Gli utenti di questo sito hanno potuto toccare con mano il contributo fondamentale dato dal dott. Genchi alle inchieste sulla strage di via D´Amelio. L´importanza di tale contributo e´ stata espressamente sottolineata anche nella sentenza definitiva Borsellino bis. Proprio all´interno di queste indagini il dott. Genchi ha aperto piste investigative che rimandano a responsabilitá nella strage esterne a Cosa Nostra ed alla scellerata trattativa condotta a partire dall´estate del 1992 fino ai giorni nostri tra l´organizzazione criminale ed alcuni giuda che hanno tradito le Istituzioni siglando un patto con Cosa Nostra dalle finalita´ politico-eversive. Quella trattativa é viva oggi piú che mai e prosegue anche attraverso alcuni attori sui quali l´attenzione investigativa del dott. Genchi si era giá accentrata nel 1992.
leggi il resto

Pubblicato da eaglette il 14-dic-2008
Ecco l'ultima novita...........ma prima guardatevi Carlo Vulpio e Clementina Forleo alla presentazione del suo libro Roba Nostra.E' veramente interessante .


Vulpio "In questi libro si scrive di come tangentopoli non sia finita ma anzi rafforzata ed è ancora più efficace e reddittizia di prima. Io sostengo che le procure in Italia sono sempre state più pendenti verso sinistra che verso destra. Quella operazione non è stata completa perche , secondo me, non è che non ha acchiappato i ladri o presunti tali ma ne ha salvato altri. Concordo con le letture di tipo storico che dice che una certa parte della classe politica è stata volutamente risparmiata.Si è delusi perchè quell'altra parte, quella salvata, poi è diventata la classe dirigente di questo paese e che ancora oggi ha una influenza tale che quando si affacciano alla ribalta magistrati indipendenti, tutti insieme destra e sinistra, li usano come bersaglio."
Poi aggiunge..."Bisogna inizare ad interessarsi alla cosa pubblica, alla politica come partecipazione diretta. Oggi non c'è solo la narcosi della televisione ma l'effetto pancia piena, la sazietà che non ci rende reattivi.Perchè le società opulente spesso dimenticano di coltivare se stesse e quindi saranno sempre poco pronte alla reazione."

Via di qui .Cattivi magistrati e cattivi giornalistidi
Carlo Vulpio
Avevo fatto una battuta: avevo detto: i giornalisti, a differenza dei magistrati, non possono essere trasferiti. Avrei fatto meglio a stare zitto. Da lì a poco sarei stato “trasferito” anch’io.
E’ stato la sera del 3 dicembre, dopo che sul mio giornale era uscito un mio servizio da Catanzaro sulle perquisizioni e i sequestri ordinati dalla procura di Salerno nei confronti di otto magistrati calabresi e di altri politici e imprenditori. link di riferimento
Come sempre, non solo durante questa inchiesta, ma perché questo è il mio modo di lavorare, avevo “fatto i nomi”. E cioè, non avevo omesso di scrivere i nomi di chi compariva negli atti giudiziari (il decreto di perquisizione dei magistrati di Salerno, che trovate su questo blog in versione integrale) non più coperti da segreto istruttorio. Tutto qui. Nomi noti, per lo più. Accompagnati però da qualche “new entry”: per esempio, Nicola Mancino, vicepresidente del Csm, Mario Delli Priscoli, procuratore generale della Corte di Cassazione, Simone Luerti, presidente dell’Associazione nazionale magistrati.Con una telefonata, il giorno stesso dell’uscita del mio articolo, la sera del 3 dicembre appunto, invece di sostenermi nel continuare a lavorare sul “caso Catanzaro” (non chiamiamolo più “caso de Magistris”, per favore, altrimenti sembra che il problema sia l’ex pm calabrese e non ciò che stanno combinando a lui, a noi, alla giustizia e alla società italiana), invece di farmi continuare a lavorare – dicevo –, come sarebbe stato giusto e naturale, sono stato sollevato dall’incarico. leggete il resto
Pubblicato da eaglette il 12 Dicembre 2008

Commento all'articolo

...il sommerso che salva l'italia....


siamo attaccati da un solo lato alla terraferma...là dietro le montagne...
tutto attorno abbiamo il mare...la vista è bella ...ma non sappiamo più da che materiale è composto...
in mezzo al nostro paese c'è il vaticano...quello lo sappiamo da cosa è composto...
è l'eredità dell'impero romano....il convertimento alla fede teologica di colui che non c'è...
e chiunque ha ragione...basta che paghi
se c'è una cosa sommersa in italia...quella è la verità
e una parola sommerge quella di prima...senza risposta...e così ricoperta non si vede neanche ..il dubbio

non è il sommerso che ha salvato l'italia ma è la verità sommersa che ha salvato e ciontinua a salvare i potenti i malfattori gli spacciatori di regole che servono solo a salvaguardare il proprio potere ecco cos'è ma poi spesso il potere ipocrita si ferma ad esercitarne un po' di ipocrisia...dà l'impressione alla gente che qualcuno stà parlando con loro...ma non è così...
il potere lo sà e sà ...che anche ai maiali ogni tanto bisogna tirare 2 ghiande...
per crescere bene...

essere con Roberto Saviano vuole dire essere sè stessi fuori da queste regole ipocrite della nostra cultura
vuole dire essere coscienti di vivere come persone esseri umani e non maiali che aspettano 2 ghiande
vuole dire che c'è bisogno degli altri per vivere e non per rubargli la vita
e allora...il sommerso è....l'ipocrisia che il signore ti ha dato ad intendere perchè tu pensi che è bene arrangiarsi...come ha fatto

luiiciano approfondito
adesso
edito subito
semprefree

Pubblicato da Iciano il 18 Dicembre 2008
Ecco i file di un articolo tratto da Presenza cristiana : lo so che la fonte è un po' troppo legata alla Chiesa ma è giusto sentire più voci per uno stesso argomento.riporto alcune parti

IL SOMMERSO SALVA L'ITALIA
Sempre più poveri. Diverse indagini confermano le difficoltà degli italianiUna crisi economica asfissiante con l'austerity dietro l'angolo. Caro-bolletta, caro-pane, caro-pasta e via dicendo.Gli italiani arrancano e percepiscono le proprie risorse come inadeguate.
Solo poco più di un terzo delle famiglie riesce ad arrivare alla fine del mese. Meno trasporti, meno abbigliamento, meno spese per il tempo libero, meno cibo. E si fa sempre più ricorso al credito al consumo per arrivare alla fine del mese.
Il 70% della famiglie si sente povero, secondo una recente inchiesta tra i consumatori dell'Isae, l'istituto di studi e analisi economica che fa capo al Ministero del tesoro. Ad Avvertire il disagio economico sono soprattutto le famiglie a basso reddito, i single, i disoccupati, i residenti nel mezzogiorno.pagina 1

Povertà in giacca e cravatta , La disoccupazione pagina 2

Il sommerso nel nostro paese,
Ma come è possibile che con uno scenario economico così nefasto, anche rispetto alle previsioni per il futuro prossimo, gli italiani abbiano tanta pazienza? Afferma il Presidente dell'Eurispes, Gian Maria Fara " Se gli italiani non scendono ancora in piazza dando vita a manifestazioni spontanee di forte dissenso è solo perchè esiste, in forma diffusa nel nostro paese, un'altra economia non ufficiale : quella sommersa, ma anche quella legata ai business e ai proventi delle attività criminali." E prosegue Fara "L'Eurispes stima infatti che l'economia nel nostro Paese ha generato nel 2007 almeno 549 miliardi di euro corrispondenti al 35 % del prodotto interno lordo ufficiale di 1500 miliardi di euro. Si tratta di un'altra economia che va ad integrare i redditi delle famiglie.La mappaUn minore su 4 è poveropagina 3

Volume generato dal lavoro sommerso
Stakanovisti per sopravvivere
Lo scenario individuato dall'Eurispes è quello secondo cui il sommerso nel nostro paese va ad integrare i redditi delle famiglie che , in seguito alla perdita del potere d'acquisto e alla forte inflazione che hanno caratterizzato l'economia italiana negli ultimi anni, si mantengono su livelli ben al di sotto della media europea e non tengono il passo con l'aumento del costo della vita.Vi sono moltissime coppie , specie quelle più giovani, "per arrivare a fine mese" si fanno ancora aiutare dalle rispettive famiglie di origine. Ma anche queste possibilità vanno ormai assottigliandosi ( diminuisce la propensione al risparmio e aumenta il credito al consumo) e alla famiglie di origine non rimane altro che diventare "erogatori di servizi" per i propri figli offrendo ad esempio lavoro di cura per i nipotini, facendo la spesa, ecc.
E' evidente come il sommerso prodotto nel nostro paese va a colmare il gap economico riscontrato nel budget delle famiglie italiane.pagina 4

Un'altro "sistema produttivo" l'economia criminale
Essere un Paese ad alto tasso di sommerso non è un pregio , sebbene, grazie ad esso, gli italiani riescano a barcamanarsi, facendo fronte alla crisi economica che si trascina ormai da anni. Così come, uno stato può dirsi forte solo quando attua politiche fiscali in grado di produrre emersione, sanzioni certe e controlli efficaci
Uno Stato nello Stato
Il sommerso in Italia rappresenta uno "Stato nello Stato". Basta sommare il valore prodotto dall'economia criminale per arrivare a segnalare un'economia parallela nel nostro paese che genera un Pil "in nero" di oltre 724, 6 miliardi di euro, quasi la metà di quello prodotto ufficialmente.pagina 5
Pubblicato da eaglette 11 Dicembre 2008

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...avete la mafia in casa e non lo sapete?....

veramente non ha detto fuori o alla porta...ha detto in casa

e questa...non è una differenza...da poco


la mafia (tanto per dire..) ha piacere che si parli e straparli di lei...sopratutto come entità...esteriore..anonima
trovo che questo la rafforzi come simbolo e ne commercializzi pure le intenzioni dei suoi affiliati... e non sono poi così anonimi ma nella vita di tutti i giorni hanno altri vezzeggiativi davanti al nome ..cavaliere monsignore dottore illustrissimo onorevole insomma..tutta bella gente al di sopra di ogni cospetto è un po' come la publicità...fà male ma mangiala..bevila..fumala..digeriscila...truccala..vestila..e comprala la macchina poi la borsa si impenna....per un intenzione....

così ora la mafia è distribuita bene in tutte le edicole in tutti i telegiornali persino alle radio ma....pochi se ne accorgono
c'è solo una percezione

ecconews
iciano
edito adesso

Postato da Iciano il 10 Dicembre 2008
AVETE LA MAFIA IN CASA E NON LO SAPETE
dal Messagero del Lunedì - Giornale di Pordenone del 8 Dicembre 2008

Il convegno sulla giustizia.
Assente il giudice De Magistris, che rinuncia a intervenire anche il video conferenza, si è parlato di criminalità
<<Avete le mafia in casa e non lo sapete>> Salvatore Borsellino, fratello del giudica assassinato a Palermo: <>
<<La mafia è un cancro che ha pervaso tutto il paese. Dove vengono impiegati i suoi capitali? Al nord dove c'è ancora ricchezza, attraverso l'acquisizione di aziende e supermercati e negli appalti. Solo che qui la gente non si rende conto di avere la criminalità sulla porta di casa>>.
L'allarme l'ha lanciato Salvatore Borsellino, fratello del giudica Paolo, ieri a Pordenone,leggete in resto
LA MAFIA ALLE PORTE
Scritto da Roberto Galullo

Ambarabacicicocò a Milano quanti appalti per l’Expò,
se la ‘ndrina è già arrivata, Cosa Nostra è in ritirata?

La strana storia di Riina jr…Se non avete intenzione di leggere l’ennesimo “allarme mafie al Nord”, cambiate blog. Continuate a chiudere gli occhi e sognare un mondo bellissimo, dove i fiori sono nei cannoni anziché i cannoni delle mafie all’uscio di casa.
Ci siete ancora? Quanti siete? Due? Me ne bastava uno: giusto per non sentirmi solo.
Allora allora, cari due-bloggeristi-due, vi metto in fila questi gradevoli episodi. Il 21 novembre a Lecco viene fatto fuori come un leprotto in una battuta di caccia un giovane originario di Crotone (è il terzo delitto in Lombardia in un paio di mesi).
Sempre da quelle parti, due giorni dopo, pum-pum e altri due fratelli (ancora di origine crotonese) vengono bucati come una quaglia in volo. Giriamo provincia e passiamo a Lodi, precisamente a Tavazzano con Villavesco (come si chiameranno i cittadini?), dove un coraggioso attore-regista, Giulio Cavalli, da sette mesi riceve minacce e intimidazioni perché mette in scena una rappresentazione – “Do ut des” - che ridicolizza le mafie.
Vogliamo passare in Brianza? Bene nel neo (e inutile) capoluogo di provincia, Monza, sabato 29 novembre, il quotidiano “Il Giorno” (giustamente sacro ai lombardi) organizza per le 10 all’Urban center di Via Turati un convegno dal titolo: “Vecchie e nuove mafie – Le mani della ‘ndrangheta in Brianza”. Devo aggiungere commenti? Non credo serva.
leggi il resto

Per approndire guardatevi la conferenza di domenica a Casalecchio qui

Riporto giusto un pezzettino di quello che troverete in questo dibattito.
'La mafia è una attività finalizzata all'arricchimento : il potere è secondario e la violenza compare solo quando trovano una opposizione.Preoccupatevi se la mafia non si fa sentire perchè significa che tutto procede tranquillo.Purtroppo oggi siamo in un momento di crisi economica quindi le banche sono più restie a concedere prestiti per i mutui o investimenti delle imprese. La liquidita delle mafie invece NON HA LIMITE.....quindi questa situazione è una ottima possibilità di ampliamento economico per lei.Ma di MAFIA AL NORD SI PARLA POCHISSIMO....questo perchè ci sono pezzi di economia pulita che sono interessati a fare imprese con i soldi della mafia, anche SE SPORCHI.
MA LA VIA DI USCITA C'E' infatti la mafia è riuscita ad entrare nei vari gangli della società ( amministrazione, economia) ma la VITTORIA CI SARa' SE SAREMO TUTTI UNITI A SENTIRE LE ORGANIZZAZIONI MAFIOSE COME UN CORPO ESTRANEO : CON LA MAFIA NON SI TRATTA!!!!

Non perdetevi il dibattito con Carlo LucarelliCrisi economica e infiltrazioni mafiose
Intervengono: Lino Busà (Presidente SOS impresa), Enzo Ciconte (studioso criminalità organizzata), Silverio Piro (magistrato), Pierluigi Stefanini (Presidente Unipol), Pier Luigi Vigna (ex magistrato).Coordina Carlo Lucarelli.
Pubblicato da eaglette il 2 Dicembre 2008
POLITICAMENTE SCORRETTO A CASALECCHIO DI RENO: ED INTANTO LA RAI RICORDA I CAMPIONATI DI YO-YO
Ieri a Casalecchio si è concluso Politicamente Scorretto, una settimana di conferenze e lavoro per informare sulla Mafia coordinato da Carlo Lucarelli.
Gli eventi in calendario erano tutti interessantissimi in particolare ho apprezzato molto Blogos vs Mafie, laboratorio di giornalismo civico rivolto agli studenti universitari: cmq non vi preoccupare ritornerà il prossimo anno ed io vi avvisero il prima possibile.
Carlo Lucarelli ha condotto benissimo utilizzando la sua solita tecnica comunicativa che gli permette di semplificare al massimo il problema e renderlo comprensibile a tutti.
Fra tutti gli interventi di ieri ( non sto a ricordarli, poi metto il link per trovare i video) mi ha colpito tantissimo quello di Pino Maniaci , direttore di TELEJATO, televisione di Partinico, Palermo che parla di Mafia facendo nomi e cognomi: vi dico la verità lo seguo da tempo ma non immaginavo fosse così simpatico. Metto qui il video del suo intervento preceduto da quello di Antonina Azoti, figlia di un sindacalista ucciso dalla mafia per il suo impegno per i lavoratori. NON PERDETEVELO PERCHè è UN URAGANO DI ENERGIA.
Nonostante questa bellissima iniziativa Casalecchio di Reno sabato è stata nel tg1 solo per il campionato dell yo-yo.
Nel sito www.politicamentescorretto.org trovate i video di questi 2 giorni.....sono molte ore di conferenze interessanti quindi guardatele un po' alla volta link diretto
Pubblicata da eaglette il 1 Dicembre 2008
LAMPI NEL BUIO
di Salvatore Borsellino

Da 16 anni, dal 19 luglio del 1992, i manovratori delle luci hanno fatto calare le tenebre attorno alla scena della strage. Sono rimasti solo i riflettori accesi sul numero 19 di via D’Amelio. Con una luce forte, accecante, in maniera che gli occhi, colpiti da quella luce, non riescano a distinguere quello che succede attorno, in mezzo alle tenebre.
Buio sul castello Utveggio, su via dell’Autonomia Siciliana, buio sul golfo di Palermo, sull’Arenella, sull’Acquasanta, le tenebre coprono tutto, si può solo sentire ogni giorno, alle 17, il suono delle sirene che arriva da via dell’Autonomia Siciliana, le macchine blindate che sbucano d’improvviso da quelle tenebre in una via che dovrebbe essere sgombra, dove dovrebbe essere vietato fare sostare le macchine e che invece ne è tanto piena che, una volta entrati, se ne può uscire solo a marcia indietro.
Ogni giorno, alla stessa ora, il giudice scende dalla macchina lasciando la sua borsa di cuoio sul sedile posteriore, deve solo suonare il campanello della casa di sua madre e dirle di scendere perché deve accompagnarla dal cardiologo. Tutti gli uomini e l’unica donna della sua scorta scendono insieme a lui e gli si fanno attorno, non hanno che il loro corpo per proteggerlo. Il giudice suona il campanello e non si capisce se riesce a pronunciare qualche parola prima che l’esplosione di centinaia di chili di tritolo, anzi di Semtex, l’esplosivo usato dai militari, scateni l’inferno. Antonino Vullo, l’autista della macchina del giudice, è restato dentro l’auto, sta facendo la manovra per essere pronto a ripartire appena il guidice ritornerà tenendo per il braccio la madre. Un’onda di calore lo sbalza all’indietro ma la macchina è blindata e resiste all’onda d’urto.leggete il resto
Pubblicato da eaglette il 30 Novembre 2008

Questa è la foto incriminata.
Pubblicato da Naty il 19 Novembre 2008
Pubblicato il 29 Novembre da eaglette
E ALLORA CHI HA RUBATO L'AGENDA ROSSA
di Giuseppe Lo Bianco Palermo.
Un uomo in borghese con una borsa di cuoio in mano, l’espressione assorta, la gamba protesa in avanti nell’atto di camminare: la foto a colori e’ nitida, ed e’ un reperto prezioso e raro: e’ la foto di uno dei misteri italiani.
Per intenderci, e’ come se fosse arrivata a noi la foto di un uomo che apre la cassaforte di Dalla Chiesa a Villa Paino la sera del suo omicidio, il 3 settembre del 1982, la foto di chi prese in consegna le carte di Moro dal covo di via Montenevoso dalle mani del colonnello Umberto Bonaventura restituendone poco piu’ di due terzi, la foto della lettera letta con enfatica suspence dal bandito Giuliano e poi bruciata poco prima di partecipare alla strage di Portella della Ginestra o quella degli appunti informatici di Giovanni Falcone spariti dal suo data bank probabilmente il giorno stesso della strage di Capaci.
Per la prima volta la storia oscura d’Italia viene illuminata da un fotogramma a colori: ritrae l’allora capitano dei carabinieri Giovanni Arcangioli che si avvia verso la parte terminale di via D’Amelio, al confine con via Autonomia Siciliana, nel pomeriggio di tritolo e fiamme del 19 luglio del 1992. Con una borsa in mano. La borsa di Paolo Borsellino, che quel pomeriggio lascio’ la sua vita, e con lui i cinque agenti della sua scorta, sull’asfalto rovente di via D’Amelio. Dentro quella borsa, in quel momento, secondo la Procura di Caltanissetta, c’e’ un’ agenda rossa: gliel’aveva regalata l’Arma dei carabinieri, Borsellino vi annotava tutti i pensieri piu’ nascosti, registrando tutti i fatti, anche i piu’ insignificanti, che aveva vissuto dal 23 maggio precedente, da quando, cioe’, sull’autostrada di Punta Raisi, la mafia e chi se ne serve aveva strappato la vita del suo scudo umano, Giovanni Falcone. (qui trovate il resto)
Dal BLOG di Benny Calasanzio giovedì, novembre 27, 2008
Pubblicato da Omar il 28 Novembre 2008

Io, "intimidito" dall' "antimafia"
Quello che sto scrivendo non è il solito post, non vi sto raccontando le malefatte di qualche politico o i soprusi del potente di turno. Oggi sto scrivendo una delle pagine più nere e vergognose della storia dell’associazionismo antimafia.
Avete letto qualche giorno fa il POST in cui deprecavo la partecipazione della signora Maria Grazia Laganà, indagata dalla Dda di Reggio Calabria per truffa allo Stato, al vertice antimafia organizzato dalla Fondazione Caponnetto. Ho scritto l’articolo domenica scorsa, citando fatti e circostanze, chiedendo di chi fosse la responsabilità di quella presenza "inopportuna".
Martedì 25 novembre 2008 alle 15.31.35 mi scrive Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Caponnetto:Colgo nella tua mail rabbia e dolore anche e soprattutto nei miei confronti e me ne dispiace. Se vuoi a voce possiamo parlare a casa da nonna betta. Fammi sapere.Per un momento mi rincuoro. Penso che la Fondazione si sia resa conto dello scivolone compiuto nell’invitare Maria Grazia Laganà, che voglia quanto meno “spiegarsi”, che abbia compreso l’imperdonabile e pessimo esempio fornito ai quasi duecento ragazzi delle scuole.
Oggi invece un esponente della Fondazione Caponnetto ha telefonato al direttore del Corriere Fiorentino, giornale con il quale ho un semplice contratto di collaborazione, minacciando querele contro di me e contro il giornale per le parole che ho scritto sulla Fondazione. Ma cosa c’entra il Corriere con quello che scrivo sul mio blog? Io ho scritto l’articolo sul mio sito, dicendo che ero andato al vertice per conto del Corriere Fiorentino, ma che il giorno dopo non avevo scritto nulla sul giornale. Ma questo era chiaro, non era in discussione. Quella telefonata aveva un altro significato fin troppo esplicito. Quella telefonata doveva forse mettermi contro il giornale, mettere il Corriere Fiorentino nelle condizioni di dovere annullare il mio contratto o quantomeno “richiamarmi all'ordine” per aver scritto “qualificandomi” come giornalista del Corriere, cosa che non ho fatto, e che per fortuna è sotto gli occhi di tutti. Il presidente Calleri aveva il mio recapito telefonico, perché non hanno chiamato me per minacciare querela? Aveva un significato particolare invece chiamare la redazione del giornale?Considero questa una “intimidazione professionale” che risulta ancora più odiosa e schifosa in quanto proviene da una Fondazione che dovrebbe tutelare e trasmettere i valori di quel grande uomo e professionista che è stato Antonino Caponnetto.Io sono davvero, per la prima volta, senza parole. Denuncerò fortemente questa azione delegittimante e mi tutelerò nelle dovute sedi.Quello che alcuni non tollerano è che un’associazione antimafia venga chiamata a rispondere dei propri comportamenti da un comune cittadino. Si considerano intoccabili, inattaccabili, e quando qualcuno fa notare loro che tra le “guardie” c’era un sospetto “ladro” minacciano di querelare.

E’ questo il prezzo che in Italia si deve pagare solo per avere fatto notare una presenza anomala ad un vertice antimafia? Se è questo lo pagherò, con serenità, senza raddrizzare di un millimetro la mira, continuando, imperterrito, a raccontarvi quello che vedo e che vivo, cosciente che non ci sono intoccabili, tanto meno nell’antimafia.

Coomento di Omar :Cari ragazzi Benny ha la mia piena e sincera solidarietà.
In questo paese non ci si può fidare di nessuno, o per lo meno le persone affidabili sono sempre più rare. Anche quando sembrerebbe palese la posizione di un "gruppo" o di un' "associazione" succedono cose inimmaginabili.Persone come Benny, Pino e moltissime altre che lottano tutti i giorni contro le mafie e non solo meritano un aiuto concreto.Stando dalla loro parte e reagendo noi stessi alle situazioni illegali che ci compaiono dinanzi agli occhi denunciandole.

Legalità e giustizia = democrazia...quella vera!
Pubblicato da eaglette il 28 Novembre 2008

......ho paura che la politica voglia distruggere tutto: perchè se noi ci dividiamo la mafia vince!!!!

L'antimafia spaccata e ferita dai colossi politicizzati dell'antimafia
Scritto da Ufficio di Presidenza gioved� 27 novembre 2008
Sta accadendo un qualcosa di inquietante e disgustoso.
L'antimafia civile e sociale attaccata da colossi politicizzati dell'antimafia. La politica è riuscita a fare quello che non era mai riuscita a fare la mafia, nemmeno con le sue infiltrazioni (che si sono state e sono state pesanti). Il metodo è lo stesso, mafioso o stalinista, come lo si voglia chiamare. Dopo essersi "comprati" strutture e uomini, dopo aver posto le basi del ricatto, oggi agiscono per cancellare quell'antimafia civile e sociale che non accetta di mostrarsi ossequiosa verso il Potere o reticente e silente verso quei fatti e quei nomi del Potere che si vogliono "intoccabili"...
Le "armi" sono le stesse, delegittimazione, accuse infamanti, pressioni per piegare la schiena di quanti non chinano il capo davanti alle nefandezze e alle mistificazioni, di ooloro che non rinunciano all'esprimere il proprio pensiero senza ipocrisia, ma facendo nomi e cognomi. E' questa la cultura figlia del compromesso morale che è ormai incarnata dai colossi politicizzati dell'antimafia. Una cultura che accetta la contiguità e la collusione di quella zona grigia, offrendo il proprio manto di copertura.
E' così che questi, chi oggi gestisce "Libera contro le mafie" come chi oggi gestisce la Fondazione Caponnetto, si mostrano amici, ad esempio, di Maria Grazia Laganà, indagata dalla DDA di Reggio Calabria e dalla cui linea telefonica, di parlamentare componente della Commissione Antimafia, il fratello Fabio chiamava il sindaco di Gioia Tauro Del Torrione, legato alla cosca dei Piromalli, per passargli notizie riservate. Fatto gravissimo. Grave come altri, che calpestano la memoria di Antonino Caponnetto e dei martiri della Giustizia, come Rosario Livatino, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Rocco Chinnici, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.leggi il resto
Pubblicato da Omar il 27 Novembre 2008

Ciao Lisa condivido le tue parole e vorrei ribadire il concetto da te espresso.Le mafie avranno un futuro solo se noi permettiamo che questo avvenga. Non sottovalutiamo mai la forza e l'importanza che i singoli cittadini hanno dinanzi a organizzazioni che a prima vista possono sembrare molto più grandi di noi. Il potere civile può arrivare in ogni dove e sconfiggere chiunque, mafie comprese.
Bisogna lottare insieme e crederci veramente!

Laboratorio di Mafia e Informazione a Bologna

Pubblicato da eaglette il 27 Novembre 2008
Ieri sono andata ad assistere al laboratorio Mafia ed Informazione, tenuto da Lorenzo Baldo, vicedirettore di antimafia2000, bellissimo giornale di inchiesta sull'argomento( per maggiori informazioni visitate antimafia2000.com ).
Si è tenuto a Casalecchio di Reno presso Casalecchio delle Culture.
Alcune sue parole mi hanno molto colpito e fatto pensare."La Mafia è un sistema alternativo allo Stato, da noi ha molto potere, tanto da mettere in forse l'esercizio della Democrazia. In nessuna altra parte del mondo c'è una organizzazione criminale così forte che offre un servizio alternativo a quello che lo stato non riesce ad offrire"
Ragazzi.....se continua così con lo smantellamento di ogni cosa che era pubblica, acqua, scuola, sanità....HO PAURA CHE STO GIRO FANNO SCACCO MATTO!!!!

Ma ci fornisce anche la strada da seguire."LA MAFIA E' TERRORIZZATA DALLA COSCIENZA CIVILE CHE HA MEMORIA E VUOLE RISCATTO: non è invincibile perchè è un fatto umano e come tale avrà un inizio ed una fine....si potrà sconfiggere impegnando le forze migliori."
Pubblicato da eaglette il25 Novembre 2008
Come la mafia ha beneficiato della crisi finanziaria
Pubblicato Martedì 18 Novembre 2008 in Germania [Spiegel]
La Mafia corrompe, investe e si espande. Con un fatturato complessivo di 130 miliardi di euro, è una delle principali aziende in Italia. Anche la crisi finanziaria non tocca i padrini. Al contrario, sulla crisi ci guadagnano addirittura.

Amburgo - Il bilancio della criminalità organizzata parla da solo: ogni anno, Cosa Nostra, la Camorra, la ‘Ndrangheta calabrese e la Sacra Corona Unita pugliese fanno circa 70 miliardi di euro di profitto. E il successo economico delle “holding” criminali continua.“La crisi finanziaria rende la mafia ancora più pericolosa”, ha avvertito oggi Marco Venturi, il presidente dell’ associazione dei commercianti Confesercenti, in occasione della pubblicazione del rapporto “SOS Impresa”. Da questo rapporto sono estratte le cifre riportate. La relazione illustra in dettaglio le attuali attività della mafia - e per questo ha causato anche notevoli agitazioni.
Perché: dove le banche falliscono a causa della crisi finanziaria, si inseriscono ora i membri delle “famiglie” e prestano facilmente denaro alle piccole imprese e ad altri cittadini colpiti dalla stretta sui crediti. Questi apparentemente accettano l’offerta e ringraziano. Il rapporto indica in circa 180.000 il numero delle persone che dovrebbero aver contratto un debito con il capo clan locale e che ogni anno pagano più di dodici miliardi di euro in interessi. Allo stesso tempo, i padrini utilizzano proprio ora le loro sostanziali riserve di contanti per acquistare a prezzi bassi immobili e aziende in difficoltà.( leggi tutto )
Pubblicata da eaglette il 25 Novembre 2008
IL PENTITO SANTINO DI MATTEO PARLA AL Tg
di Salvatore Borsellino
La procura di Caltanissetta ha predisposto l'acquisizione della copia dell'intervista al Tg1 al collaboratore di giustizia Santino Di Matteo, trasmessa ieri sera, in cui annuncia che presto farà i nomi dei killer della strage di via d'Amelio."Anche se io lo so - dice il pentito - in questo momento non posso dire nulla".
Di Matteo è il padre del piccolo Giuseppe, strangolato e sciolto nell'acido su ordine di Cosa nostra come ritorsione nei confrontidel collaboratore che stava rivelando i segreti delle cosche, in particolare quelli sulle stragi di Falcone e Borsellino.
Il pentito nell'ottobre 1993 aveva fatto cenni su via D'Amelio ("per ora sono stanco, ne parlerò in seguito"), ma poi subisce il sequestro del figlio e abbandona l'argomento. Solo dopo avere appreso della morte del bimbo, il collaboratore riprende a parlare indicando alcune circostanze relative alla preparazione dell'attentato coinvolgendo Pietro Aglieri e Carlo Greco, che sarebbero stati avvertiti da Giovanni Brusca. I magistrati erano convinti che Di Matteo avrebbe potuto dire ancora molto sulla strage e per questo lo avevano citato più volte nei processi, ma lui si era rifiutato di deporre.leggi il resto
Pubblicato il 24 Novembre da eaglette
LIBERA divorata dal Partito del Cemento... e la Casa della Legalità è out perchè "destabilizzante".
Che l'associazione "Libera" non fosse troppo "libera" lo avevamo intuito e ipotizzato pubblicamente. Non abbiamo ricevuto nessuna smentita, e ci sarebbe piaciuto.Conferme, quelle si, ed il 29 novembre, quando (non si sa ancora dove per certo ma quasi certamente presso Palazzo Tursi a Genova), la notizia-conferma sarà ufficiale, visto che si terrà nel pomeriggio l'assemblea ristretta e alla sera la presentazione pubblica di "Libera" Liguria.
Ancora una volta è proprio la Liguria, come sempre in questioni cruciali, ad offre un osservatorio particolarmente chiaro.Dopo anni ed anni che chiediamo che si formi un coordinamento di "Libera" in Liguria con tutti coloro che hanno voglia di impegnarsi (ricordiamoci che già nel 2005, in ben due riunioni, alla presenza di Alfio Foti, allora vice-presidente nazionale di Libera, diedero oltre a noi, Casa della Legalità, la propria disponibilità MegaChip, la Comunità di San Benedetto, il CSI, le Acli, l'Agesci, Legambiente, Wwf, Ludoteca Labyrinth e tanti altri soggetti), ma scopriamo che un fronte ampio, capace di mettere tutti i soggetti attivi nel fronte dell'impegno civile, non è quello che interessa a "Libera". leggi il resto

A Cesena si parla di Mafia con Salvatore Borsellino, Pino Masciari e Benny Calasanzio

Ravenna 22 Novembre.
Ieri sera a Cesena si è parlato di Mafia, ma non come faccio io , che ogni giorno diffondo una delle tante notizie sull'argomento ( e sono veramente tante....solo Telejato dura quasi un ora e lo trasmettono OGNI GIORNO!!!!) ma parlava chi questa maledizione l'ha vissuta sulla propria pelle: Benny Calasanzio , nipote di un imprendotore ucciso dalla mafia, Pino Masciari, testimone di giustizia da anni sotto protezione e Salvatore Borsellino fratello di Paolo Borsellino.
Loro questa piaga la vivono addirittura 2 volte, prima da persone che amano il Sud ( a cui mi unisco anche io anche se sono una Nordista Purosangue ....niente Miss Padania per me!!!!) e che quindi vorrebbero il meglio per la propria terra, ma anche fisicamente infatti la loro vita si è scontrata bruscamente e tragicamente con essa.
Ma purtroppo da una cosa del genere se ne esce molto cambiati, rimani come se portassi una placca nel cuore, una scheggia di pallottola non operabile e che ti farà sentire la sua presenza OGNI GIORNO ED OGNI MOMENTO DELLA TUA VITA!! Un corpo estraneo che crea sofferenza ma allo stesso tempo è il centro da cui scaturisce quell'energia necessaria a reagire, a parlare del problema , a combattere un SISTEMA DI COSE ( omertà, soldi, crudeltà e purtroppo STATO!!!!) e cercare una soluzione.
Riporto un pezzetto dell'intervento di Salvatore Borsellino , dove riporta le parole di Paolo Borsellino prima di morire -I giovani , siciliani e non , hanno oggi una attenzione ben diversa da quella colpevole indifferenza che io tenni fino ai 40 anni: quando questi giovani saranno adulti avranno più forza di combattere di quanto io e la nostra generazione abbimo avuto- Continua poi Salvatore, - Paolo sa che è arrivato a Palermo il carico di tritolo che lo ucciderà eppure nella sua lettera scrive " Sono ottimista"-
Anche io lo sono....ci sono molte persone che sanno ad altre potranno essere coinvolte....rimbocchimoci le maniche
Video della serata a Cesena in questo canale, basta andare su 'on demand'
Pubblicato da eaglette il 20 Novembre 2008
Leggete questo articolo, per non dimenticare chi ha ucciso Borsellino.E' incredibile come un freddo elenco di fatti e nomi di persona possa portare ad una cosa così brutale, un omicidio: se ne parla come se fosse una cassetta di pomodori da acquistare... ma come ha fatto la gente a diventare così....
E' un po' lungo ma leggetevelo tutto.....ne vale la pena: queste sono cose che un bravo cittadino deve sapere e soprattutto RICORDARE!!!!

CHI UCCISE BORSELLINO?I mandanti occulti
Scritto da Alfio Caruso 27 settembre 2008
ALFIO CARUSO - La Stampa 27 settembre 2008 Palermo - Le dichiarazioni rese da Massimo Ciancimino alla procura di Palermo gettano una nuova luce sulla trattativa segreta sviluppatasi fra lo Stato e l’Antistato nella primavera-estate del 1992. E già: finora la versione ufficiale raccontava che soltanto all’indomani della strage di via D’Amelio (19 luglio, massacro di Paolo Borsellino, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Agostino Catalano, Eddie Walter Cosina, Claudio Traina) i carabinieri contattarono Vito Ciancimino, l’ex sindaco di Palermo già condannato per reati di mafia. L’allora colonnello del Ros Mario Mori ha sempre affermato di aver incontrato Ciancimino ai primi di agosto nella sua abitazione romana di via San Sebastianello. Massimo Ciancimino è stato un testimone molto attento di quel periodo: era diventato l’ombra del padre, l’esecutore di alcuni suoi disegni al punto che nel 2007 è stato condannato a oltre cinque anni di galera per averne riciclato il tesoro con la complicità d’insospettabili professionisti. Gli investigatori lo ritengono assai attendibile e per di più niente di quanto ha affermato è servito ad alleggerire la sua posizione processuale o ad allontanare la condanna a morte pronunciata sedici anni addietro da Riina. Ebbene Ciancimino ha messo a verbale che gli incontri con il capitano De Donno, il tramite iniziale, e il colonnello Mori incominciarono all’inizio di giugno e ben tre avvennero prima della mattanza di Borsellino e della scorta. Ma sono numerosi gli episodi rievocati da Ciancimino e ciascuno di essi contraddice quanto affermato fin qui dai rappresentanti delle istituzioni.
il resto qui
SCHIZOFRENIA PARANOIDE CRONICIZZATA
Che stupidini a pensare che Nino Santapaola, fratello di Benedetto Santapaola, alias Nitto, fosse il reggente dell’omonima cosca di Cosa Nostra dedita alle estorsioni, ai traffici internazionali di stupefacenti. Che forcaioli a pensare che fosse un sanguinario assassino.
In realtà Antonino Santapaola, Ninu u pazzu, è solamente uno a cui è andato di volta il cervello. Un mattacchione indomabile. Le sue sono state delle burle che i Giudici non hanno capito.
Anche quando nell’ottobre del 2003, durante un’udienza del processo “Orione 5″, Nino Santapaola minacciò di morte e di gravi rappresaglie personali i giudici Alfredo Curasì e Massimiliano Micali, i pm Amedeo Bertone, Giovanni Cariolo e Flavia Panzano, nonché i due agenti di polizia penitenziaria si trattava di una “paccìata” niente di serio.
Nino Santapaola (detto “U Pazzu”), grazie al solerte avvocato Lipera, ottenne a più riprese la sospensione della sua posizione nel processo perché “incapace di intendere e di volere“.
leggi tutto
Pubblicato da eaglette il 18 Novembre 2008

Secondo giustizia. la mafia uccide il silenzio pure

Stasera guardatevi questa conferenza invece della Tv....perchè in tv non verrà mai trasmesso niente del genere perchè non fa odiens e chi le vende le pubblicità (..e poi già c'è crisi....le aziende sono più selettive)

La gente a sentire ste cose si demoralizza.....meglio far finta di non sapere....
Pubblicato da eaglette il 17 Novembre 2008

Paolo Borsellino fa un triste quadro delle stuazione italiana, dove chi ha voglia di cambiare lotta contro omertà, paura ed è spesso ostacolato da leggi fatte dallo Stato....
Loro non molleranno....NOI NEPPURE!!!

da vicino Crotone

Ecco un assaggio....
Da vicino Crotone
Morti ammazzati pochi, e non è buon segno, qualcuno ogni tanto innocente.
Spaccio intimidazioni in quantità ma non si vedono.
Arresti anche questi pochi.
Tutto è controllato, tutto va come deve andare.
Difficile scrivere, difficile denunciare, ma perché?
L'immenso Paolo Borsellino ne discute in questo spezzone
L'ORA DELLA CAMORRA
di Benny Calasanzio

«Gomorra» di Roberto Saviano era solo una chiave d’accesso, un’ampia panoramica per capire di cosa stavamo parlando, per avere la genealogia dei «casalesi», era una bussola tra aneddoti e processi. Dopo Gomorra serviva un libro tecnico, scientifico, che però si leggesse agevolmente, come un romanzo. Serviva un volume che raccontasse come da Casapesenna il potere dei Casalesi sia arrivato nel pieno centro di Milano, zona Navigli, grazie all’ambasciatore Pasquale Zagaria. Serviva, soprattutto, che si scrivessero nero su bianco le responsabilità politiche, alcune delle quali naturalmente solo presunte, che hanno permesso all’esercito della camorra di espandersi e fortificarsi impunito. Serviva, in poche parole, un libro come «L’oro della camorra» edito da Bur-Rizzoli, scritto da chi, da trent’anni, effettua le radiografie dei processi, dei verbali, di tutto ciò che giudiziariamente riguarda i «casalesi». Serviva una «diagnostica per immagini» come Rosaria Capacchione, giornalista del Mattino di Napoli, giornalista che possiede una grande memoria applicata ad una semplicità di scrittura che rende i suoi articoli, e ora il suo libro, accessibile a tutti. Come si può pensare di raccontare «i casalesi», la loro espansione manageriale, senza citare Aldo Bazzini, convivente della madre di Francesca Linetti, moglie di Pasquale Zagaria, fratello del latitante Michele? Quello stesso Bazzini che grazie alla camorra ripiana i suoi debiti di gioco e che la prende per mano conducendo la consorteria negli affari di Parma, nei palazzi da ristrutturare di Milano, con almeno 500mila euro contanti in tasca procurati direttamente da Pasquale Zagaria in una domenica di luglio. Bazzini, l’uomo che gestiva, tramite Alfredo Stocchi, immobiliarista emiliano, i rapporti tra i casalesi e l’entourage dell’ex ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi (forse ora si capisce in che senso bisogna convivere con la mafia), nella persona di Giovanni Bernini, ex presidente del Consiglio Comunale di Parma, nominato dal ministro «consigliere per i rapporti con gli Enti Locali». Rosaria riesce in appena 250 pagine a raccontare e a sgrovigliare società, soci e conti correnti.
Leggi l'articolo

SIAMO TUTTI CON ROBERTO SAVIANO Continua


Pubblicato da eaglette il 12 Novembre 2008
Affissione manifesti a Milano...a qualcuno lì faranno MOLTO MALE!!!
Perchè la mafia ormai è tanto al Sud ma anche al Nord

Passaparola 10 Ottobre 2008: Mafiocrazia

Il Berlusc-oro di Napoli