lunedì 23 febbraio 2009

E se fosse l'alba di un nuovo giorno?

La scorsa settimana le persone che aspettavano la verità sulla morte di Borsellino hanno ricevuto una bruttissima notizia:MAFIA: DIFESA ARCANGIOLI,CASSAZIONE CONFERMA PROSCIOGLIMENTO
Ecco il resto della notizia del 17 febbraio 2009
Palermo. Sulla scomparsa dell'agenda rossa nella quale il magistrato assassinato dalla mafia nel '92 scriveva sviluppi di indagini e riflessioni come raccontano amici e familiari di Borsellino, la procura di Caltanissetta ha cominciato a indagare subito dopo la strage di via D'Amelio. Per molto tempo il fascicolo è rimasto a carico di ignoti, poi il gip nisseno Ottavio Sferlazza ha ordinato ai pm l'iscrizione nel registro degli indagati di Arcangioli per furto aggravato. Tra gli indizi che avevano spinto il giudice a ipotizzare un coinvolgimento del militare nella scomparsa dell'agenda c'erano, tra l'altro, le immagini riprese subito dopo la strage che immortalavano Arcangioli allontanarsi dall'auto in fiamme del magistrato con la borsa che conteneva, solitamente, l'agenda. Successivamente gli investigatori cercando nell'auto blindata di Borsellino non avevano trovato la valigetta, circostanza che aveva indotto il gip a ipotizzare che Arcangioli avesse preso la borsa e ne avesse estratto il documento. A diverse valutazioni, però, era giunto un secondo giudice di Caltanissetta, chiamato, dopo l'imputazione coatta, a pronunciarsi sulla richiesta di rinvio a giudizio a carico di Arcangioli. Il magistrato ha prosciolto l'ufficiale ritenendo che non ci fossero elementi a suo carico per sostenere l'accusa in giudizio. Contro l'ordinanza del gup la Procura, all'epoca guidata da Renato Di Natale, aveva proposto ricorso per Cassazione.
ANSA

La notizia è rimbombata su facebook in molto vesti e quindi in molti sono stati messi al corrente del fatto.
NOTIZIE COME QUESTE POSSONO FARE MOLTO MALE, non un male fisico ma psicologico: non tutti sono abbastanza forti per superare un fatto di tale gravità ed , in situazione generale così difficile, è facile arrendersi alle brutta realtà.

MA NON E' ASSOLUTAMENTE IL MOMENTO!: chiediamo aiuto agli amici e cerchiamo di passare oltre...io posso dire quello che ha aiutato me ed è stato leggere il post umoristico di Gaetano Montalbano 'La borsa di Paolo Borsellino va a prendere il caffè'.
Perchè a volte sdrammatizzare i fatti non vuol dire non prenderli sul serio ma cercare l'energia giusta per superarli...quindi andate a leggervi anche questa versione in fondo pagina.
Ed in caso di necessità
Fascio e Martello e Radiomafiopoli sono a vostra disposizione...salvatevi questi link e VISITATELI PIU' VOLTE AL GIORNO, mattina e sera, QUANTO BASTA!!!
E questo perchè nel nostro cervello c'è una unica sede per la paura e la speranza, il pessimismo e l'ottimismo. E SE C'E' UNO NON C'E' L'ALTRO, SI ESCUDONO.

Ma l'ottimismo è fondamentale infatti favorisce il coraggio e l'innovazione...le armi giuste contro la crisi. ( leggete l'articolo E se fosse l'alba del nuovo giorno?)
Buona lettura quindi.

ANTIMAFIA 2000 Agenda rossa: il tenente colonnello Arcangioli si dimetta
di Giorgio Bongiovanni - 4 aprile 2008
Preso atto della sentenza che proscioglie il tenente colonnello Giovanni Arcangioli dall’accusa di furto aggravato dell’agenda rossa di Paolo Borsellino e in attesa di conoscerne le motivazioni e i conseguenti provvedimenti della procura chiediamo che il suddetto militare rassegni le proprie dimissioni dall’Arma dei Carabinieri.
Presumendo infatti che il giudice abbia ragione sull’estraneità dei fatti dell’allora capitano dei carabinieri non resta che dedurre che egli sia un incompetente e per questo motivo inadatto al prestigioso incarico che ricopre.
E’ infatti inconcepibile che un militare di alto rango, addestrato per far fronte alle situazioni più critiche si trovi sul luogo di una delle stragi più cruente della storia della nostra Repubblica e riferisca all’autorità giudiziaria solo pochi e confusi ricordi tirando in causa altri esponenti dello Stato con dichiarazioni imprecise e contraddittorie. ( continua)

LA MORTE DELLA GIUSTIZIA. Di Salvatore Borsellino 18 Febbraio 2009.
Mi è arrivata in questo momento una notizia alla quale la mia mente si rifiuta di credere. Sono ormai abituato nei 17 anni che sono passati dall'assassinio di Paolo a continuare a vederlo ripetutamente massacrato da tutte le volte che è stata negata la giustizia per quella strage. Da tutte le volte che delle indagini sono state bloccate, dei processi sono stati archiviati nel momento in cui arrivavano ad essere indagati i veri autori di quella strage, i veri assassini di Paolo e dei ragazzi della sua scorta. Quelli che hanno procurato l'esplosivo di tipo miltiare necessario per l'attentato, quelli che dal castello Utveggio hanno premuto il pulsante del telecomando che ha provocato l'esplosione, quelli che in una barca al largo del golfo di Palermo attendevano la comunicazione dell'esito dell'attentato, quelli che si sono precipitati sul luogo dove le macchine continuavano a bruciare, calpestando i pezzi di quei cadaveri e camminando nelle pozzanghere formate dal sangue di quei ragazzi, per potere prelevare l'agenda rossa di Paolo e insieme ad esse le prove della scellerata trattativa tra mafia e Stato per portare avanti la quale Paolo doveva essere eliminato.
Credevo di essere ormai abituato a tutto, di riuscire a resistere a qualsiasi disillusione, a qualsiasi venire meno della speranza di ottenere Giustizia, ma questa volta il colpo è troppo forte, questa volta non so se riuscirò a reggerlo.Il ricorso presentato in Cassazione dalla Procura di Caltanissetta, retta da Sergio Lari, a fronte della sentenza di assoluzione emanata dal GUP nei confronti del Cap. Arcangioli era inoppugnabile. Quella sentenza grida vendetta sia per quanto riguarda la forma giuridica che la sostanza. Basta guardare, nelle fotografie e nei video, il Cap. Arcangioli. Si vede un uomo che si allontana dalla macchina con il suo bottino tra le mani per consegnarlo a chi gli ha ordinato. ( continua)

La borsa di Paolo Borsellino va a prendere il caffè
di Gaetano Montalbano

pubblicata dal blog Ribera Online , post del 4 aprile 2008:

"Come vedete nella foto la borsa di cuoio del giudice Borsellino va in giro da sola tra le macerie di Via D'Amelio. Probabilmente andava a bere un caffè per riprendersi dallo spavento. Sappiamo che successivamente è ritornata, sempre da sola, al proprio posto sull'auto esplosa per i rilievi ufficiali. Secondo la giustizia italiana, infatti, le borse di cuoio dei giudici fatti saltare in aria dai traditori dello Stato godono di vita autonoma. La borsa di Borsellino, in particolare, riusciva ad aprirsi da sola ed i singoli oggetti presenti all'interno avevano la capacità di uscire fuori. Secondo alcune testimonianze attendibili, il giorno della strage una Agenda Rossa, nella quale Paolo Borsellino annotava particolari riservatissimi delle indagini, saltò fuori e preso un aereo si dileguò per il mondo. In Italia esiste gente strana che non credendo a questa verità assoluta voleva processare un tizio che si trovava accanto alla borsa. Sostenevano che fosse stato lui a prenderla e quindi a far sparire l'importantissima agenda. Come si vede chiaramente dalla foto questa è una bugia: la borsa cammina da sola. Il tizio è stato (giustamente) assolto. La sentenza sarà pubblicata dalle migliori riviste scientifiche.
(continua)

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