«Mi rendo conto - diceva Giuseppe Fava - che c'è un'enorme confusione sul problema della mafia. I mafiosi stanno in Parlamento, i mafiosi a volte sono ministri, i mafiosi sono banchieri, i mafiosi sono quelli che in questo momento sono ai vertici della nazione>>.
Pippo Fava come pochi altri aveva compreso fino in fondo il legame indissolubile fra Mafia e Politica, quel legame che aveva sancito la sua condanna a morte come quella degli altri colleghi ammazzati.
Oggi magari in Italia i giornalisti non vengono più ammazzati dalla mafia "fisicamente", ma moralmente si.
Il caso dei colleghi dell’emittente televisiva Telecolor licenziati un paio di anni fa, lo stesso licenziamento del giornalista Marco Benanti per un suo vecchio articolo sulla mafia a Sigonella, o gli attacchi e le condanne subiti da Carlo Ruta per le sue inchieste sono solo gli ultimi della lista. Per non parlare della sospensione dall'incarico di Carlo Vulpio (del Corriere della Sera) che si occupava del trasferimento di Luigi De Magistris. Una vera e propria censura.
Per ritornare al problema del silenzio sulle mafie basta ricordare che il “Segreto” rappresenta il punto di forza principale di Cosa Nostra e qui mi baso essenzialmente sul dossier “Mafia&servizi segreti” pubblicato qualche tempo fa sul nostro giornale.
L’Italia è di fatto una Repubblica fondata sul segreto.
Segrete sono le strategie politiche, segrete sono le organizzazioni criminali, segreta è la verità sulle stragi, segreti sono i servizi che servono a mantenere i segreti.
Segreta è la vera storia del nostro Paese. Segreto è il vero volto della realtà.
Per un semplice motivo: il potere si fonda sul segreto e Cosa Nostra si fonda sul segreto.
Forse nessun paese del mondo cosiddetto civile-occidentale come l’Italia detiene un così alto numero di Segreti di Stato legati a vergognose stragi di cui, a distanza di decine di anni, si conoscono a malapena gli esecutori materiali.
Una tragica “anomalia” che affonda le sue radici nella storia della nostra democrazia.
(Video “I pentiti l'arma vincente contro Cosa Nostra”)
Dopo aver ascoltato chi ha vissuto alcune fasi di questa “trattativa” è doveroso dare la parola a chi per colpa di questo “patto” tra pezzi delle Istituzioni e Cosa Nostra ha perduto la vita. Si tratta di un documentario con alcuni stralci di interventi di Falcone e Borsellino, vi prego di fare attenzione alle parole di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino che in alcuni casi sono tratte da discorsi dei due giudici di 20 anni fa.
Discorsi che di fatto avevano anticipato i tempi. E di cui ne cogliamo la grande attualità nonostante i tentativi di stravolgerne il senso che periodicamente vengono messi in atto da più parti.
(Video “Il potere e la mafia”)
Dopo aver ascoltato queste testimonianze dirette vorrei concludere questo laboratorio con alcune analisi e soprattutto con alcune proposte.
Cominciamo subito con la proposta di pretendere che la lotta alla mafia sia considerata una priorità nell'azione di Governo. Una vera e propria Utopia, vissuta nel biennio del governo di centrosinistra e ovviamente in quello attuale il cui premier, pluri inquisito, viene citato ampiamente nei decreti di archiviazioni per le stragi del '92 insieme al condannato per mafia a 9 anni (se pur in primo grado) Marcello Dell'Utri, suo naturale braccio destro.
(link: http://www.societacivile.it/memoria/articoli_memoria/archiviazione.pdf
lunedì 23 febbraio 2009
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