L'antimafia, secondo noi, è soprattutto concretezza.
Partendo dal fatto che bisogna "sporcarsi le mani" per poter incidere nel cambiamento sociale e culturale bisogna parallelamente sostenere l'azione di contrasto dei reparti investigativi e giudiziari. Limitarsi alle parole - anche belle e sonanti - non serve a sconfiggere le mafie, essere generici non aiuta, anzi rischia di creare polveroni pericolosi e controproducenti.
Secondo noi per contrastare efficacemente le collusioni, l'insabbiamento, la corruzione, le contiguità e complicità, come anche l'infiltrazione nell'economia "legale" e negli appalti pubblici, servono attacchi precisi, documentati....svolgendo un corretto e preciso lavoro di osservazione dei fatti, degli atti, di raccolta di segnalazioni... Serve essere vicini ai parenti delle vittime di mafia ma anche a quanti devono essere sostenuti concretamente (le parole non servono a molto) per trovare la forza di denunciare e rompere l'omertà.
Sempre secondo noi, occorre poi coerenza tra il dire e il fare, e questo significa anche essere intransigenti. Se un politico, un amministratore pubblico è corrotto e/o colluso, non ci si può sedere al fianco nel nome della legalità e della lotta alle mafie. Serve essere fuori dalle logiche politiche, mai essere di parte, altrimenti si darebbe il segnale pericoloso, la cui sola percezione può essere devastante, di operare ed agire per sostenere questo o quello schieramento o bandiera. se si cede al compromesso morale e/o materiale, se si diventa di parte, non si è più credibili!
Certo tutto questo (attinenza e denuncia dei fatti, fare nomi e cognomi, non schierarsi con questa o quella parte politica, essere intransigenti ed uscire dalla furia delle parole) non aiuta a vivere meglio. Lo sappiamo bene. Questo significa essere fuori dai canali di finanziamento istituzionali che la pubblica amministrazione e le Regioni gestiscono. Questo significa anche essere "esclusi" dal circo mediatico che dà tanta popolarità. Se non accetti di essere parte del disegno di un "antimafia" normalizzata, non sarai mai invitato - ad esemopio - alle trasmissioni televisive. Ma se uno sceglie di fare antimafia nei fatti, crediamo non ci sia scelta. O la si fa coerentemente subendo isolamenti e intimidazioni, faticando fatica ogni volta per coprire con l'autofinanziamento le proprie spese...oppure si fa altro! Legittimo....ma lo si dica...non si giochi con le parole, la speranza ed i sogni.
L'antimafia - se "normalizzata" - diventa un business. La prima ad accorgersene è stata proprio la mafia, lo illustrano bene Lirio Abbate e Peter Gomez ne "I complici" e lo ripete anche don Luigi Ciotti sempre più spesso. E' la mafia che sempre più spesso si mette a organizzare mobilitazioni "contro le mafie", che cerca di infiltrarsi, che costituisce cooperative per cercare di riprendersi i beni confiscati.
Ecco perchè occorre attenzione e concretezza.
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