lunedì 23 febbraio 2009

Subito dopo è necessario un reale “ridimensionamento” del Segreto di Stato che ancora oggi viene usato e abusato da tutti i governi;
In certi casi (dove pezzi deviati delle istituzioni sono stati complici della mafia o che comunque hanno “coperto” dei reati gravi) se non verrà abolito il Segreto di Stato non avremo mai ne Giustizia ne tanto meno Verità.

E ancora, per rimanere nell’ambito delle proposte da avanzare:
- L’istituzione di una legislazione più snella e priva di lungaggini burocratiche, che favorisca realmente l’erogazione di fondi pubblici da destinare alla nascita e allo sviluppo di iniziative editoriali alternative ai grandi gruppi;

- Una legislazione che di fatto impedisca il radicamento nel territorio di un vero e proprio “monopolio” dell’informazione (come nel caso della Sicilia con l’editore Mario Ciancio Sanfilippo) favorendo al contrario le realtà editoriali indipendenti;

- Una nuova legislazione che regolarizzi il finanziamento pubblico all’editoria nello specifico per quanto concerne l’erogazione dei fondi pubblici da destinare ai giornali cosiddetti “di partito”.

Con l'attuale riforma della giustizia, oltre agli stessi magistrati anche i giornalisti rischiano una vera e propria censura che porta allo svuotamento della libertà di informazione.
I danni che il ddl Berlusconi-Ghedini-Alfano sulle intercettazioni provocherà sulle indagini e i processi sono devastanti.

Non si potrà più raccontare nulla fino all'inizio dei processi. Cioè per anni e anni. Neanche le notizie che non sono più coperte da segreto, perché anche su quelle entrerà in vigore il divieto di pubblicazione che riguarda non soltanto gli atti e le intercettazioni, ma anche il loro contenuto.
Non si potrà quindi più riportarli né testualmente né per riassunto.

Si tratta di una legge illiberale e liberticida alla quale come ANTIMAFIADuemila abbiamo già risposto attraverso il nostro sito che come redazione giornalistica ci uniamo a coloro che faranno una vera e propria “disobbedienza civile” continuando a informare i lettori.

Di fatto come spiega benissimo Marco Travaglio, una volta processati non resta che chiedere al giudice di eccepire dinanzi alla Consulta e alla Corte europea la illegittimità della nuova legge rispetto all'articolo 21 della Costituzione e all'articolo 10 della Convenzione europea sui diritti dell'uomo e le libertà fondamentali («Ogni persona ha diritto alla libertà d'espressione. Tale diritto include la libertà d'opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche», con possibili restrizioni solo in caso di notizie «riservate» o dannose per la sicurezza e la reputazione).

Conclusioni:

Fare oggi giornalismo di inchiesta significa essere pronti alla solitudine e a mille altre difficoltà, a partire da quelle economiche. Vale comunque la pena di farlo o per lo meno di provarci. E questo per rendere onore a chi prima di noi ha difeso fino all’estremo sacrificio il principio della libertà di informazione in nome della giustizia e della verità.

Sul versante del giornalismo antimafia, oltre a Narcomafie di don Luigi Ciotti, ci sono altre realtà editoriali, cito ad esempio: Libera Informazione diretto da Roberto Morrione, Casablanca e U Cuntu diretti da Riccardo Orioles, L’Isola Possibile, Il Pizzino, per non parlare dell'emittente televisiva di Partinico Telejato diretta da Pino Maniaci e tante altre ancora.

Come Antimafia Duemila stiamo anche promuovendo il progetto televisivo di Giulietto Chiesa Pandora Tv, uno spazio di informazione indipendente in onda sulla TV satellitare, su reti regionali e sul web, uno spazio che è nato dall'impegno di professionisti della comunicazione che si battono da sempre per la libera informazione e che si basa sull'appoggio da basso, dalla gente comune che si associa sostenendo.

Oltre a Giulietto Chiesa che ne è il fondatore, tra i primi firmatari vi sono:
Tana de Zulueta, Claudio Fracassi, don Andrea Gallo, Giuliano Giuliani, Udo Gumpel, Sabina Guzzanti, Gianni Minà, Roberto Morrione, Diego Novelli, Moni Ovadia, Lidia Ravera, Ennio Remondino, David Riondino, Caparezza, Francesco Sylos Labini, Antonio Tabucchi, Gianni Vattimo, Vauro, Elio Veltri, Dario Vergassola, Alex Zanotelli e tanti altri. Ma c'è il bisogno di una maggiore partecipazione a livello popolare e su questo punto vi invito a leggere il progetto di Pandora Tv presente sul nostro sito.

Il nostro compito, di ognuno di noi, è quello di sostenere “i giusti”, uomini e donne che si battono per la giustizia; unirci, fare rete, sostenere una causa giusta dando un senso alla nostra esistenza, evitando sterili divisioni che fanno solamente il gioco della mafia.

Joseph Pulitzer diceva che «Una stampa cinica e mercenaria prima o poi creerà un pubblico ignobile» ed è contro questa profezia (purtroppo in parte già avverata), che dobbiamo porre tutti i nostri sforzi nel nome di chi ha pagato con la vita il suo credo per quella che può essere considerata la “missione” di giornalista: informare, denunciare, raccontare i fatti a futura memoria.

Solo con un’Informazione onesta e libera si avranno gli strumenti necessari affinché l’utopia di una società migliore possa realizzarsi attraverso ognuno di noi, attraverso scelte consapevoli a tutti i livelli: da quello politico a quello sociale-morale- sprituale, rendendo così giustizia a tutti quelli che prima di noi hanno pagato con la vita il coraggio delle loro azioni.
A noi giornalisti resta la responsabilità di mantenere vivo quel principio di verità e di libertà per il quale come diceva Pippo Fava vale la pena di vivere.
Lorenzo Baldo

Info: http://www.antimafiaduemila.com/

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