Ecco l'introduzione....
COLLETTI SPORCHI di Ferruccio Pinotti e Luca Tescaroli
Finanzieri collusi, giudici corrotti, imprenditori e politici a libro paga dei boss. l'invisibile anello di congiunzione tra Stato e mafie. Viaggio nella borghesia criminale guidati da un magistrato sempre in prima linea.
I reati dei colletti bianchi sono complessi, difficili da definire, eppure particolarmente gravi perché, lentamente e inesorabilmente, distruggono il tessuto dei nostri rapporti sociali, dell’economia, della finanza, del risparmio, del lavoro.
Sono i crimini che distruggono la democrazia: l’imprenditore che accetta di avere rapporti con la mafia; il politico che si vende alle esigenze di Cosa Nostra; il dirigente dell’istituto di credito che accetta di riciclare denaro di provenienza illecita. Ma anche il private bunker che vende azioni di società a rischio, l’assessore che investe le risorse del proprio comune nei prodotti finanziari derivati, il magistrato che si fa corrompere, il giornalista che fa cattiva informazione finanziaria, il commercialista che falsifica i bilanci, il revisore dei conti che li certifica.
I colletti bianchi- o meglio ,come abbiamo scelto di chiamarli, <<>> - sono un male che tende a crescere, a produrre una metastasi fisica e morale. All’estero, dove la riflessione su questi temi è molto più avanzata che in Italia, è stata persino elaborata una moral theory of white collar crime, che spiega come – in assenza di una seria azione di contrasto – crescano naturalmente gli incentivi a delinquere e abbandonare la legalità.
Il capitalismo selvaggio – di cui le ricorrenti crisi finanziarie hanno permesso di apprezzare i frutti –
la trasformazione dello Stato-nazione in Stato-mercato, la globalizzazione dell’economia, accentuatasi dopo il crollo del Muro di Berlino, hanno conferito importanza sempre maggiore ai colletti sporchi, che possono dirsi a pieno titolo l’élite criminale del terzo millennio.
L’Italia, in termini di crescita esponenziale di questo tipo di crimine, sta conquistando una posizione di rilievo mondiale, un vero e proprio primato. Cosa Nostra , con un giro d’affari di 90 miliardi di euro, e l’ndrangheta, con 44 miliardi di euro di <<>>, dispongono di una rete gigantesca di colletti bianchi che , a cascata, producono un’ economia criminale di dimensioni formidabili.
Il pubblico ministero Antonio Ingroia, che incontreremo tra gli altri nel corso di questa lunga inchiesta, stima che un terzo dell’economia italiana sia infiltrata da capitali di origini mafiose.
Ma si tratta di una stima per difetto, perché il danno prodotto è molto più vasto e la corruzione genera un impoverimento progressivo della nazione.
Non devono quindi sorprendere i dati diffusi nell’ottobre 2008 dalla Caritas Italiana , secondo i quali 15 milioni di italiani sono a rischio povertà e 7,5 milioni vivono già sotto questa soglia. La corruzione costa , e il RISULTATO E’ UN PAESE IN GINOCCHIO , senza risorse morali e materiali, continuamente costretto a cedere porzioni di legalità a settori di un ceto dirigenziale paramafioso e colluso, in grado di controllare ogni aspetto della vita sociale.
Blog di Ferrucio Pinotti Grandi inchieste , wikipedia dice di lui
Luca Tescaroli
Conferenza Quale Italia? con presentazione Colletti sporchi
venerdì 9 gennaio 2009
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