venerdì 9 gennaio 2009

Sonia è al telefono con Angelina Manca e si chiede quanti sanno chi era Attilio Manca

Il bello di Facebook e che puoi diventare amica di persone che ammiri. Lo so che è amicizia per modo di dire però è bello poter sapere le loro emozioni, o almeno quello che vogliono condividere perché fortunatamente sei tu che scegli cosa mostrare (ops…....c’è qualche amico che mostra foto compromettenti ....dimenticavo!).
Condivido con voi lo stato di Sonia Alfano, figlia di Beppe Alfano, ucciso dalla mafia e di cui ieri c'è stata la commemorazione: Sonia è al telefono con Angelina Manca e si chiede quanti sanno chi era Attilio Manca.
Ops ….chi era Attilio Manca?
La curiosità era tanta e mi sono andata ad informare……naturalmente non ne è venuto fuori nulla di buono....ecco i risultati.
Ma prima un breve riassunto della sua storia scritto da Benny Calasanzio Borsellino.

"...forse un giorno vi racconteranno la storia di un medico, un urologo tra i migliori in Italia, che si suicidò 5 anni fa, il 12 febbraio 2004 , nella sua casa di Viterbo. Vi diranno che era un depresso, che era triste, e che decise che forse era meglio farla finita. Lui si chiama Attilio Manca, Dott Attilio Manca. Si iniettò allora, due volte, sui polsi, una miscela esplosiva di alcool, calmanti ed eroina per farla finita. nel polso sinistro però. Lui che era mancino , in punto di morte , scoprì che era abile ad usare anche l'altra mano. mentre entrava in circolo il mix, diede una testata a qualche muro deviandosi il setto nasale. Poi comincio a sbattere in giro per la casa, a procurarsi ecchimosi ed ematomi su tutto il corpo.
Cosparse la casa del suo sangue, sul letto, sotto il letto, mise il tappo alle due siringhe e ne mise una in bagno ed una in cucina. Poi finalmente morì. Suicidio.
Caso chiuso"

C'è più di un legame tra l'operazione alla prostata a Marsiglia del boss Bernardo Provenzano (allora latitante) e la morte a Viterbo dell'urologo barcellonese Attilio Manca. Nello sfondo i traffici di morte di una delle cosche di mafia più potenti di tutta la Sicilia.
Si nasconde a Barcellona Pozzo di Gotto la chiave per svelare due dei misteri di mafia più inquietanti degli ultimi anni. Primo mistero: l'intervento chirurgico a cui si sottopose in Francia il superlatitante Bernardo Provenzano nell'ottobre del 2003. Secondo mistero: l'omicidio in un appartamento di Viterbo - il 12 febbraio 2004 – dell’urologo barcellonese Attilio Manca. Il suo cadavere fu rinvenuto seminudo sul letto, riverso in una pozza di sangue, il setto nasale deviato, il corpo pieno di macchie emostatiche. Stando agli inquirenti, Manca - mancino - si sarebbe iniettato due volte nel polso sinistro una miscela letale di eroina, tranquillanti e alcol. E il caso archiviato.
Personaggi differenti, mondi distanti, ma un'unica storia, forse coincidente. Provenzano giunse in Francia l'1 ottobre 2003. Dopo aver trascorso una ventina di giorni in un appartamento di Marsiglia, il 24 ottobre venne ricoverato nella clinica Casamance di Aubagne, sotto il nome di Gaspare Troia. Provenzano subì una delicata operazione alla prostata e la degenza si protrasse sino al 31. Poi rientrò a Marsiglia e il successivo 4 novembre era già in Sicilia.
Attilio Manca è uno dei primi urologi in Italia ad eseguire un intervento alla prostata per via laparoscopica, una tecnica appresa nell'ospedale Montsouris di Parigi e che si realizza insufflando anidride carbonica nell'addome attraverso l'ombelico. Secondo i genitori, mai rassegnatisi agli esiti delle indagini sin troppo superficiali, potrebbe essere stato Attilio a visitare e assistere il boss in quella trasferta d'oltralpe e successivamente. L'ipotesi dei Manca è rafforzata anche sulla scorta di segnalazioni fatte loro in ambiente barcellonese. ( continua)

Per chi vuole maggiori informazioni eco un paio di articoli
Il giallo sulla morte di Attilio Manca in un libro
Bernardo Provenzano e la morte dell'urologo

1 commento:

  1. Pubblicato da Simone il 10 gennaio

    Sì, ne accenna anche Abbate ne I complici. E' un fatto, questo, che mi fa una rabbia... Quel vecchiardo fetido di Provenzano ha bisogno di un'operazione, se la fa fare da Manca, e poi ordina il suo assassinio. E in quale modo, poi! Bisogna proprio avere una bella strizza di finire in gattabuia, eh, mafiosi?! In ogni modo, quello che m'impressiona di più è la sentenza di suicidio. Qua c'è l'ennesima infiltrazione della massoneria. Pensare di vivere in uno stato occupato dai partiti e da organizzazioni segrete e criminali è davvero inquietante.

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