sabato 20 dicembre 2008

Pubblicato il 29 Novembre da eaglette
E ALLORA CHI HA RUBATO L'AGENDA ROSSA
di Giuseppe Lo Bianco Palermo.
Un uomo in borghese con una borsa di cuoio in mano, l’espressione assorta, la gamba protesa in avanti nell’atto di camminare: la foto a colori e’ nitida, ed e’ un reperto prezioso e raro: e’ la foto di uno dei misteri italiani.
Per intenderci, e’ come se fosse arrivata a noi la foto di un uomo che apre la cassaforte di Dalla Chiesa a Villa Paino la sera del suo omicidio, il 3 settembre del 1982, la foto di chi prese in consegna le carte di Moro dal covo di via Montenevoso dalle mani del colonnello Umberto Bonaventura restituendone poco piu’ di due terzi, la foto della lettera letta con enfatica suspence dal bandito Giuliano e poi bruciata poco prima di partecipare alla strage di Portella della Ginestra o quella degli appunti informatici di Giovanni Falcone spariti dal suo data bank probabilmente il giorno stesso della strage di Capaci.
Per la prima volta la storia oscura d’Italia viene illuminata da un fotogramma a colori: ritrae l’allora capitano dei carabinieri Giovanni Arcangioli che si avvia verso la parte terminale di via D’Amelio, al confine con via Autonomia Siciliana, nel pomeriggio di tritolo e fiamme del 19 luglio del 1992. Con una borsa in mano. La borsa di Paolo Borsellino, che quel pomeriggio lascio’ la sua vita, e con lui i cinque agenti della sua scorta, sull’asfalto rovente di via D’Amelio. Dentro quella borsa, in quel momento, secondo la Procura di Caltanissetta, c’e’ un’ agenda rossa: gliel’aveva regalata l’Arma dei carabinieri, Borsellino vi annotava tutti i pensieri piu’ nascosti, registrando tutti i fatti, anche i piu’ insignificanti, che aveva vissuto dal 23 maggio precedente, da quando, cioe’, sull’autostrada di Punta Raisi, la mafia e chi se ne serve aveva strappato la vita del suo scudo umano, Giovanni Falcone. (qui trovate il resto)

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